cronaca

Focus sul tema a Genova nel cuore
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 "Non credo che Genova non sia appetibile. Qui però servono delle risposte. Chi è stato mandato a casa sta vivendo una vera tragedia" Silvia Ronzitti, una delle ex dipendenti della Rinascente di Genova spiega a Primocanale il dramma di chi ha perso il lavoro.

Rinascente, Moody, crack Qui!Group e aziende satellite e non solo. Una vera e propria desertificazione del centro che vede morire una dopo l'altra le aziende storiche. A Genova nel cuore la voce dei licenziati, di chi ha perso il lavoro in una crisi legata a più fattori, non solo economici ma anche a scelte sbagliate. Solo per Qui!Group che faceva capo a Gregorio Fogliani si parla di 450 dipendenti. A questi vanno aggiunti i 54 della Rinascente e poi tutti quelli di altre medie e piccole realtà commerciali del centro di Genova. L'ultima mazzata è stata quella del Moody e della Pasticceria Svizzera, anche lei nell'orbita del gruppo Fogliani.



"Avevamo fatto domanda di incontro proprio con i vertici delle aziende di Fogliani - spiega Marco Carmassi della Cgil - ma non abbiamo vai avuto riscontri concreti. Per quanto riguarda Qui!Group sapevamo di alcuni problemi poi è arrivata la sospensione da parte della Consip, (centrale acquisti della pubblica amministrazione italiana ndr) che ha stracciato il contratto. Questo ci ha fatto capire che il gruppo era al copolinea".


Dei 54 dipendenti della Rinascente in 42 sono stati mandati a casa con una lettera di licenziamento, solo 12 hanno accettato la ricollocazione in altre città. "La Rinascente è un'azienda che chiude in utile, ha fatturati di milioni - spiega ancora Ronzitti -. Il problema è che le istituzioni ci hanno lasciati soli. Avevamo un appuntamento ad aprile del 2018 ma poi è saltato, poi è crollato il ponte e a quel punto l'attenzione è stata giustamente rivolta a quello".


Una crisi larga e di natura diversa che coinvolge l'area storica di Piccapietra, via XII Ottobre, via XX Settembre e non solo.    
"Io sono entrato a febbraio in Qui!Group e l'atmosfera era di entusiasmo, poi sono iniziate a circolare le notizie sui media e ci siamo preoccupati, ma dall'interno non si aveva nessuna sensazione, tanto è vero che poco prima che il caso scoppiasse definitivamente erano arrivate altre assunzioni. L'azienda ci aveva rassicurato poi a Luglio tutto è crollato" ha spiegato Alessandro La Pietra, uno dei licenziati Qui Group.


"I segnali di questa crisi sono drammatici - ha commentato nel corso della trasmissione Giovanni Mondini, presidente di Confindustria Genova -. La Rinascente e il crack Qui Group sono situazioni diverse e separate. Da 10 anni questa città perde abitanti, è una crisi che parte da lontano. Evidentemente la città è poco attrattive. Bisogna invertire la rotta".


Giovanni Lunardon, consigliere regionale Pd fa il bilancio e traccia possibili soluzioni: "La situazione è sempre più drammatica, e dopo il crollo d ponte Morandi è peggiorata ulteriormente. Questi lavoratori non hanno alcun ammortizzatore sociale, bisogna trovare una soluzione. Non dimentichiamo poi che per quanto riguarda Qui!Grou ci sono anche decine e decine di ristoratori che hanno subito un danno". E allora dal consigliere regionale arriva una duplice proposta: Prima di tutto creare immediatamente un tavolo sul commercio per capire se è possibile trovare una ricollocazione per tutti i licenziati. La seconda cosa riguarda la necessità che a Roma si crei un sistema ad hoc, la cassa integrazione in deroga non esiste più e allora serve uno strumento nuovo e adatto alla situazione che si è venuta a creare".  
 
 
Anche l'assessore regionale al Lavoro Gianni Berrino entra sul tema: "I numeri sono importanti e non riguardano solo Genova. Col presidente Toti abbiamo istituito un tavolo regionale per il 14 marzo proprio per capire come muoverci per ricollocare il maggior numero di queste persone rimaste senza un posto di lavoro".