Solo pochi campioni sanno andare oltre i record, che pure nel suo caso sono tanti, da unico nella storia del Motomondiale ad aggiudicarsi il titolo iridato in quattro classi differenti, 125, 250, 500 e MotoGP. Ancor meno sono quelli che vincono, anche se non vincono piu' tanto, concretamente, come prima, perche' sono ormai intimamente radicati nel loro sport e nell'immaginario popolare da marchiare qualsiasi gara con un semplice gesto, una parola, un ricordo, ancor più di chi la conquista davvero.
Questo è Valentino Rossi, che il 16 febbraio compie 40 anni. Uno dei campioni più forti e carismatici che non appartengono a proprio paese, ma sono presto i campioni di tutti, per sempre. Grazie a una parola magica, naturale, riconoscibile proprio perche' unica: la fantasia. Al di la' delle innate qualita' di pilota che sa interpretare il mezzo, metterlo a punto, adattarsi ai tempi e quindi al modo di correre, all'evoluzione delle moto, delle gomme e degli avversari, al progresso che lo vuole sempre piu' atleta, lui 40enne contro ragazzi che hanno la meta' dei suoi anni.
La fantasia, la capacità di trovare soluzioni insolite e imprevedibili, di aprire nuove strade, e' stata la parola che ha marchiato il pilota di Tavullia, rendendolo unico ed immortale. Piu' ancora di piloti forse anche più forti, come Mike Haywood e Kenny Roberts. Simpatico e insieme spietato, intelligente e furbo, Valentino ha preso tanto da papà Graziano, anche lui pilota di moto, che l'ha subito fatto vivere in simbiosi coi motori. Ed è rimasto ancorato alla piccola realta' in provincia di Pesaro e Urbino, ricreando con l'Academy l'evoluzione della Cava, cioe' la palestra dei primi passi in moto, ormai troppo rischiosa per le sue evoluzioni.
Abbeverandosi della linfa vitale della gioventù degli allievi, da Bagnaia a Morbidelli, rimanendo cosi' sempre pronto per afferrare, all'occasione, quel decimo titolo mondiale. Che, da motivazione si è trasformata in ansia e, oggi, molto probabilmente, è diventata un'ossessione. Soprattutto per chi ha la fissazione dei numeri: a cominciare dal 46 che ha sempre portato in gara - come il padre e come un pilota giapponese di cui era appassionato - anche quando era il numero 1 del mondo.
Con quello ha siglato la sua iniziativa manageriale, la scuderia Sky Racing Team VR46, pensando per tempo al dopo corse. Il numero che forse lo accompagnera' in sella a una moto fino ai fatidici 46 anni. Chissa'. Di sicuro, anche nel business e' affiancato dagli amici/angeli custodi di sempre, "Uccio", Alessio Salucci, il factotum, il pesce pilota, onnipresente tuttofare, simile a quello di tutti i campioni di tutti gli sport, ed Albi, Alberto Tebaldi, responsabile del ranch. Dove "Vale" passa la maggior parte del tempo, sottraendolo anche alle sempre bellissime fidanzate. Che lo amano meno dei seguaci del famoso Fan Club, guidato da Rino (Salucci, il papa' di Uccio) con un'impronta imprenditoriale. Visto che, con l'ok della Dorna, organizza le tribune nei circuiti di tutto il mondo.
Di sicuro, da manager, incrocera' ancora una volta la strada del rivale piu' classico della carriera, Max Biaggi, oggi anche lui titolare di scuderia di Moto2 e Moto3. Anche se l'avversario piu' forte, in questo Motomondiale sempre piu' difficile e competitivo, rimane Marquez, l'erede, il numero 1 designato, che gli ha tenuto testa anche come personalita' e col quale si e' scornato piu' volte. Con sorpassi azzardati e piccole-grandi scorrettezze che proprio non confermano l'idea che, negli anni, sia davvero cresciuto. Abbandonando le ragazzate e gli eccessi.
Pur con l'oculatezza negli affari, Valentino e' rimasto Peter Pan. Con il quasi proverbiale eloquio davanti ai microfoni, la prontezza di riflessi con gli avversari, in pista come fuori, e il tocco magico del fuoriclasse di rendere possibili le imprese impossibili. E quel sorrisetto sornione che scioglie qualsiasi rimbrotto.
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Valentino Rossi, i 40 anni del recordman "campione di tutti"
Uno dei campioni più forti e carismatici
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