cronaca

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Il mio viaggio da direttore che vive a San Terenzo, perla del levante, nel Golfo dei Poeti, e raggiunge Sanremo è un po’ il simbolo delle due facce della Liguria. Per attraversarla in treno con “frecce” e treni veloci ci vogliono più di 4 ore. Frecciabianca delle 10.45 dalla Spezia Centrale. Cambio a Principe. Thello che arriva poco prima delle 15 a Sanremo. Sono appena 250 chilometri. Qualche mese fa ho raggiunto Marrakech impegnando lo stesso tempo: San Terenzo-Pisa e poi volo per il Marocco, tempo di attesa in aeroporto compresi.


Quattro  ore dalla Spezia a Sanremo. Come dalla Spezia al Marocco. Un viaggio al limite della follia che fa capire come la Liguria sia ancora lenta e isolata, mentre c’è ancora chi parla e sostiene la Tav su una linea alternativa a quella ligure che collega Italia e Francia. Ma la nostra è (dovrebbe essere) una linea internazionale che va alla velocità, pardon alla lentezza di un collegamento regionale. Una linea ferroviaria che se fosse efficiente consentirebbe ai turisti e ai liguri di utilizzare la rotaia - anziché la strada - di spostarsi meglio e velocemente.


Spostarsi in questa terra è così complicato e assurdo che ti chiedi come sia possibile trovare ancora tanti visitatori che vogliono scoprirla.
Poi però, lo stesso viaggio in treno, ti regala la risposta.
Ti sposti su un convoglio che percorre decine di gallerie, alcune delle quali molto lunghe. Poi d’un tratto torna la luce e per pochi istanti si accende una cartolina: è il mare cristallino che si insinua sulla scogliera di Riomaggiore. Poi il buio. Dopo qualche minuto ritrovi Corniglia appesa sulla collina che la difende dal mare. E via. Galleria. Il viaggio è un insieme di spunti, sogni, apparizioni. Luce e buio, desiderio di esplorare questa terra e attesa nell’oscurità. Attraversi il Tigullio, ammiri il promontorio di Portofino sempre più vicino, e quei luoghi unici e martoriati dal mare in tempesta nell’ottobre scorso. E poi ancora le scogliere del levante Pieve, Bogliasco, Nervi dove ogni istantanea ti fa pensare a come raggiungere quel pezzo di costa.

Tocca a Genova, dopo le grandi stazioni ecco la Valpolcevera e istintivamente lo sguardo si sposta verso monte. Li osservi impietrito, come se fosse la prima volta, i resti del ponte in sospeso.
E dopo il capoluogo riecco le bellezze della costa savonese, il mare, cittadine da vacanza, quando superi Pietra e vedi la Gallinara sempre più vicina ti sembra che i binari siano costruiti sulle acque cristalline. E poi altre cartoline inframezzate dai tunnel e da zone industriali che sembrano ferite. Fino alla riviera dei fiori e all’estremo ponente dove la vecchia linea ferroviaria sul litorale è diventata una pista ciclabile.


Questo viaggio, dove non puoi parlare al telefono, ne’ connetterti a internet, ti svela molto della Liguria. Gioie e dolori. Meraviglie e fragilità.
E noi, questa regione che abbiamo girato, sposato e che amiamo, continueremo a raccontarla, con la speranza di contribuire a renderla un po’ di bella. E raggiungibile.