"Martina soffriva di bipolarismo e non fu curata come doveva. La diagnosi sulla giovane è stata inadeguata. Martina quando la vide il collega stava bene? Può essere perché ogni disturbo prevede momenti di benessere però con ricadute quando la persona è sottoposta a situazioni di stress. In questo caso è difficile intervenire". Così Aldo D'Arco, psichiatra, consulente della difesa di Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi, i due imputati accusati di aver causato la morte della studentessa genovese, Martina Rossi il 3 agosto 2011 a Palma di Maiorca. La ragazza, secondo il procuratore di Arezzo Roberto Rossi che rappresenta l'accusa, sarebbe caduta dal balcone per sfuggire a un loro tentativo di violenza. Un'udienza che in alcuni momenti ha avuto toni 'duri', 'drammatici: "Martina prese per il collo Albertoni - ha detto D'Arco - mentre si trovavano nella stanza e prima che il giovane calmasse Martina, ecco perché aveva graffi sul collo. A lui disse 'tu sei il mio killer', una frase non da poco ma al contrario carica di significato".
Amaro il commento del padre della ragazza, Roberto Rossi: "Hanno fatto passare Martina come una psicopatica in realtà era una ragazza che disegnava, scriveva, rideva. Non una che assaltava i ragazzi in camera".
Prima di D'Arco al tribunale ad Arezzo ha testimoniato Carlo Nencioli, investigatore privato, incaricato dalla difesa di esaminare il video in cui i due imputati parlano tra di loro mentre aspettano l'interrogatorio a Genova. "Albertoni ha letto la frase sulla violenza nel fascicolo lasciato per un attimo nella stanza. Non l'ha pronunciata lui", ha detto.
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