porti e logistica

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Il Decreto Genova è arrivato al Quirinale: dopo lunghe trattative il provvedimento del Governo, necessario per aiutare la città a uscire dalla crisi legata al crollo del ponte Morandi, è stato bollinato dalla ragioneria generale dello Stato e inviata al presidente della Repubblica per la firma.

Tra un massimo di dieci giorni Genova avrà dunque il suo commissario con poteri speciali: potrà derogare a tutte le norme non penali per aggirare tutte le pastoie burocratiche, guiderà una struttura composta da venti persone più due eventuali sub commissari, che sarà lui stesso a nominare, e guadagnerà un massimo di 200mila Euro all’anno.

Il decreto aumenta di 20 milioni in due anni la dotazione economica per l’emergenza e prevede 30 milioni extra per il porto che saranno ricavati dal fondo per il riparto della portualità italiana. Gli enti locali potranno assumere, per il 2018 e 2019, fino a 250 dipendenti a tempo determinato per affrontare le problematiche urgenti, sarà istituita per il comune di Genova ma anche per i retroporti fuori Liguria una Zona Logistica Speciale, con esenzioni e semplificazioni per le aziende che vi operano. Sarà inoltre individuata, attraverso un apposito decreto del commissario, una Zona Franca. Le aziende della Zona Rossa che hanno subito perdite di fatturato riceveranno l’importo dei mancati incassi, fino a un massimo di 200mila Euro. I cittadini che hanno subito danni agli immobili e alle cose in conseguenza del crollo saranno indennizzati e le somme dell’indennizzo non faranno cumulo con i loro redditi.

Il decreto istituisce poi l’Ansfisa, la nuova agenzia nazionale per la sicurezza di ferrovie e infrastrutture stradali e autostradali: avrà sede a Roma, conterà circa 400 dipendenti e costerà 35 milioni in due anni. Promette di essere un passo avanti in materia di incolumità pubblica.

Non c'è nulla, invece, sul Terzo Valico: la Regione, ma anche il viceministro Rixi, avevano chiesto che fosse interamente finanziato anche il sesto lotto dell'opera. 

Infine il capitolo Autostrade: l’ente concessionario dovrà versare entro un mese dalla richiesta del commissario l’importo necessario per la demolizione, la rimozione delle macerie, il ripristino della viabilità ordinaria e per la ricostruzione dell’infrastruttura. Nel decreto è poi scritto nero su bianco che Autostrade, ma neppure nessun altro concessionario né azienda ad essi collegata, potrà ricostruire il ponte. Definitivamente tramontato, quindi, il progetto di un consorzio su cui puntava Autostrade per l’Italia.