cronaca

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 "Se le commesse di Ansaldo Energia in Nord Africa, Medio Oriente e Russia vanno 'in tilt' perché il Governo italiano non interviene saremo costretti di nuovo a fare 'i matti' per difendere la fabbrica come abbiamo già fatto per Ilva". Così il segretario genovese della Fiom Cgil Bruno Manganaro esprime la preoccupazione dei lavoratori della più grande azienda metalmeccanica della Liguria (2.400 dipendenti a cui sono collegati altri 200 della controllata Ansaldo Nucleare).


Ansaldo Energia ha comunicato nei giorni scorsi ai sindacati che se non cambierà l'attuale situazione di carenza di commesse, l'azienda sarà costretta a licenziare e a ridimensionarsi dal prossimo autunno a Genova. Giovedì prossimo i sindacati hanno ottenuto un'audizione in commissione regionale per chiedere un intervento urgente del Governo.

"L'azienda ci ha presentato un quadro molto preoccupante, c'è il rischio che la crisi congiunturale di Ansaldo Energia si trasformi in strutturale" spiega Manganaro. Le ragioni sono molteplici. Il mercato mondiale del settore si è 'ristretto' del 30%, con processi di ristrutturazione in corso in gruppi come Siemens e General Electric. Il mercato chiede meno centrali elettriche e chi le chiede sono i Paesi del Nord Africa, il Medio Oriente o i Paesi dell'Est dove le relazioni politiche sono fondamentali per acquisire nuovo lavoro. Secondo la Fiom, il Governo italiano non starebbe garantendo attraverso Cassa Depositi e Prestiti la copertura finanziaria di alcune commesse in Medio Oriente e in particolare in Iran a seguito delle pressioni degli Usa.

Anche le tensioni internazionali sulle migrazioni dal Nord Africa creano problemi nella chiusura dei contratti. "Se il Governo Conte non decide lo riteniamo responsabile - ha concluso Manganaro -: oggi abbiamo i contratti di solidarietà due giorni al mese per tutti i lavoratori, faremo le barricate per evitare i licenziamenti".