Tre palombari iperbarici del Gruppo Operativo Subacquei della Marina Militare si immergeranno dal 15 al 25 luglio, con il supporto di Nave Anteo, sul sito di Capo Noli, per uno scavo subacqueo sotto la direzione scientifica della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio della Liguria. Gli operatori scenderanno a 65 metri di profondità con la 'tecnica della saturazione' per acquisire informazioni e reperti dal relitto di una scialuppa armata francese, affondata nella battaglia di Capo Noli nel 1795, detta anche "battaglia di Genova".
Un episodio ritenuto la prima vera battaglia navale nel Mediterraneo tra la flotta anglo-napoletana e quella della Francia rivoluzionaria che vide tra i protagonisti alcuni degli importanti ammiragli più importnti di tutti i tempi come Francesco Caracciolo, al comando della nave Tancredi e responsabile del contingente partenopeo, e Orazio Nelson, che a bordo del suo Agamemnon proprio a Capo Noli segnò la sua prima personale vittoria guadagnandosi la promozione al comando di squadra.
L'immersione in saturazione, che viene svolta per consentire al personale del Comando Subacquei e Incursori (Comsubin) di mantenere un elevato livello addestrativo in questa particolare tecnica, rappresenta una complessa operazione subacquea che solo la Marina Militare è in grado di condurre in tutto il Mediterraneo. Per effettuare l'intervento i palombari del Gruppo Operativo Subacquei soggiorneranno per una durata totale di 10 giorni in un ambiente iperbarico, vivendo in un volume di soli 18 metri cubi nel quale verrà realizzato e mantenuto un microclima artificiale costituito da una miscela ternaria di elio, ossigeno ed azoto. Per effettuare le attività archeologiche sul relitto verrà impiegata la camera di decompressione subacquea, nota come Sdc (Submersible Decompression Chamber), collegata agli ambienti iperbarici di Nave Anteo.
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