Don Renato Rosso e don Carmelo Licciardello sono stati condannati rispettivamente a 3 anni e 8 mesi e un anno e 10 mesi e 700 euro di multa (pena sospesa) al termine del processo per gli ammanchi da un milione di euro dalle casse della Caritas di Albenga. Assolta Antonella Bellissimo. Don Rosso dovrà anche versare un risarcimento di 561 mila euro alla Diocesi di Albenga-Imperia ed è stato interdetto dai pubblici uffici per 5 anni. Per quanto riguarda don Rosso sono cadute le accuse relative all'appropriazione indebita dei soldi destinati alle adozioni a distanza, mentre per entrambi i sacerdoti alcune contestazioni sono finite in prescrizione.
Don Licciardello, soltanto in riferimento ai fatti commessi dopo il 2013, sempre in relazione all'accusa di appropriazione indebita di fondi destinati alle adozioni, è stato assolto per non aver commesso il fatto. Le accuse andavano da appropriazione indebita, malversazione, truffa. Don Rosso era finito a giudizio come direttore della Caritas dal 2005 al 2012 e doveva rispondere delle accuse di appropriazione indebita, malversazione ai danni dello Stato e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, mentre don Licciardello, all'epoca parroco di Ceriale (oggi a Dolcedo), doveva rispondere di concorso in appropriazione indebita per soldi destinati alle adozioni a distanza.
Ad Antonella Bellissimo, come segretaria della Caritas, veniva contestato il concorso in appropriazione indebita insieme a Don Rosso. "Usava quei soldi per aiutare le persone", è stata la tesi sostenuta dal difensore dell'ex direttore della Caritas.
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