cronaca

Ma mancano 50 milioni per mettere in sicurezza i versanti
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Lo scolmatore del Fereggiano a Genova sta per diventare realtà. A più di vent'anni dal primo scavo e dopo i sei morti del 2011, sono quasi finiti i lavori sotto via Pinetti a Quezzi. "Siamo in ritardo di uno, massimo due mesi. Il lavoro sarà terminato entro l'estate e a inizio autunno entrerà a regime", promette Massimo Ferrante, presidente del Municipio Bassa Valbisagno.

Dunque lo scolmatore dovrebbe funzionare già per le prossime piogge autunnali. In pratica raccoglierà tutta la piena del Fereggiano e la porterà in mare, all'altezza di corso Italia, attraverso una galleria larga più di 5 metri e lunga 3 chilometri e mezzo. Proprio allo sbocco della copertura stradale verrà realizzata una struttura a chiocciola che permetterà al flusso di imboccare il canale scolmatore al superamento della soglia massima. L'acqua verrà intercettata da un foro e scenderà in un pozzo di captazione per 48 metri. Da lì entrerà in un camerone e poi giù fino alla spiaggia. Tutto per la bellezza di 45 milioni, 30 dal Governo e 15 dal Comune.

Lo stesso canale raccoglierà anche il rio Rovare, responsabile delle voragini di San Fruttuoso. Dall'opera di presa in giù il Fereggiano avrà poca acqua, solo quella dei rii minori che affluiscono in zona largo Merlo e quella del corso principale nei periodi estivi, quando lo scolmatore sarà in manutenzione. I guai, però, non sono a valle ma a monte, nei canaloni del Molinetto e del Finocchiara, dove i versanti cementificati e trascurati sono scivoli per il fango che piomba sulle strade e sulle case. "Ma dagli studi fatti e da quello che è successo abbiamo visto che il rischio maggiore è qui, e lo scolmatore salverà la vita delle persone - replica Ferrante - mentre a monte ci sono stati grossi danni, ma nessun lutto. Per mettere in sicurezza tutto servirebbe almeno una cifra analoga". Quindi un'altra cinquantina di milioni, che al momento non sono affatto previsti.

L'ultima rifinitura sarà una copertura verde che dovrà nascondere alla vista le nuove strutture in cemento. Di certo non sarà più bello di prima, ma almeno, si spera, più sicuro.