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Elezioni comunali: Lanteri primo, Scajola addirittura quarto
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 Sorpresa. È il solo modo per fotografare la reazione di Imperia di fronte alla diffusione del sondaggio commissionato da Change, la fondazione del governatore ligure Giovanni Toti, per provare a capire come finirà l'ormai imminente contesa elettorale per il Comune.


Luca Lanteri davanti a tutti, con il 33 per cento, e Claudio Scajola addirittura quarto, con un mesto 15 per cento. Come tutti sanno, Toti appoggia Lanteri, contro gli avversari tradizionali del centrosinistra e del Movimento 5 Stelle, ma soprattutto contro Scajola, l'ex ministro, anch'egli "originario" di Forza Italia e candidatosi a primo cittadino contro la volontà e persino la semplice richiesta di negoziare che arrivava dagli antichi sodali forzisti.


Possibile che ci sia una tale distanza fra i due contendenti con radici nel centrodestra, divisi da Guido Abbo (lista civica e Pd) con il 22 per cento è da Maria Nella Ponte, grillina, attestata al 20 per cento? La domanda la gente se la pone con stupore e bisogna spiegare che Tecne' è istituto serio, che non perderebbe la faccia solo per compiacere Toti. E sulla comunali di Imperia, poi!

Certo, un margine di errore ci sarà pure, ma il divario è tale che o il sondaggio è completamente e clamorosamente sballato (ma alle latitudini di Tecne' sarebbe la prima volta, oppure dice qualche verità. Indica, una tendenza. A ben vedere, qualcosa che deve pur percepirsi, da qualche parte, se lunedì sera, durante la trasmissione "Terza Repubblica" di Primocanale, il capogruppo in Regione del Pd, Giovanni Lunardon, ha dissentito dalle mie considerazioni che davano favoriti Lanteri e Scajola: "Io non sarei così certo che Abbo sia tagliato fuori dal ballottaggio, abbiamo buoni motivi per ritenere che se la possa giocare".

Letto il sondaggio, Lunardon aveva ragione. In più, adesso chi era tentato di non votare il centrosinistra, e segnatamente il Pd, temendo che il suo voto fosse a perdere, ha la motivazione per andare avanti nella sua idea, visto che, appunto, Abbo sembra proprio essere pienamente dentro la partita. Dunque, chi pensa a un sondaggio tarocco per compiacere Toti, sbaglia analisi, perché Toti non ha alcun interesse a rivitalizzare il Pd. Anzi, a ben vedere il governatore in tutta questa storia ha un solo risultato utile: portare al successo il suo candidato. In caso contrario, la sconfitta non sarebbe (solo) di Lanteri, sarebbe di Toti. E questo, fra l'altro, potrebbe avere poi un effetto domino sulle comunali del prossimo anno, quando si dovranno scegliere i sindaci delle altre due principali città della provincia, vale a dire Sanremo e Ventimiglia.


Scajola, ovviamente, almeno ufficialmente ha fatto spallucce e i giornali riportano come sua unica reazione il fatto che abbia bollato il sondaggio come "l'ennesimo tarocco di Toti". Più o meno lo stesso discorso che fece quando Lanteri ottenne il simbolo di "Forza Imperia". Che non sarà propriamente Forza Italia, ma è più del niente che Lanteri avrebbe ottenuto proprio grazie all'antico potere di interdizione dell'ex ministro dalle parti di Arcore.


Forse, invece, Scajola farebbe bene a riflettere su quel 15 per cento, ragionando su come può ovviare almeno a due elementi che di sicuro lo stanno zavorrando. Primo: un'offerta politica non nuova, per non dire vecchia, che arriva da un settantenne, il quale secondo molti quel che doveva dare lo ha dato, nel bene e nel male. Secondo: la presenza di compagni di viaggio ingombranti, quali gli ex parlamentari Vittorio Adolfo (Udc) ed Eugenio Minasso (An). Il primo ha in campo il genero, l'avvocato Giuseppe Fossati, l'altro la figlia Roberta. Adolfo e Minasso sono stati non solo avversari di Scajola, addirittura nemici, e ora questo riabbracciarsi senile non piace a tantissimi imperiesi.

Pur rimanendo fortemente divisivo, com'è sempre stato, Scajola continua comunque ad avere dalla sua una fetta di città che lo ritiene - per capacità, esperienza e contatti nazionali - la persona giusta per rilanciare Imperia. Il sondaggio, però, racconta una storia diversa. E colloca la sconosciuta bancaria grillina, Maria Nella Ponte, nella condizione anch'essa di giocarsi la partita. Anche di fronte a un Lanteri che oltre a Toti avrà dalla sua una Lega in grande spolvero. Forse, quello che sta capitando a Roma sul governo nazionale, una qualche influenza mostra di poterla avere anche a Imperia.