
In pratica, se il Carroccio non dovesse presentare querela entro tre mesi, il processo d'appello a Milano sul presunto scandalo della gestione dei fondi della Lega usati per le spese personali della famiglia Bossi e quello a Genova, solo per la parte dei sette milioni di euro girati dal conto genovese a Cipro e destinati in Tanzania, finirebbero con una sentenza di non luogo a procedere.
In primo grado, a Milano, Bossi era stato condannato a due anni e tre mesi di carcere, il figlio Renzo detto 'Il Trota' e ex consigliere regionale a un anno e sei mesi e Belsito a due anni e sei mesi. Secondo l'accusa i tre avrebbero preso dalle casse del partito tra il 2009 e il 2011 soldi da usare per fini privati: Bossi avrebbe speso oltre 208 mila euro per capi d'abbigliamento, regali di nozze e ristrutturazioni, mentre Renzo avrebbe usato 145 mila euro per la laurea in Albania e poi multe, acquisto e assicurazione di un'auto.
Per quanto riguarda le vicende processuali a Genova, invece, l'ex leader del Carroccio era stato condannato a 2 anni e sei mesi mentre Belsito a 4 anni e dieci mesi. I tre revisori contabili Sanavio, Turci e Aldovisi rispettivamente a due anni e otto mesi, due anni e otto mesi e un anno e nove mesi. Scala e Bonet a cinque anni ciascuno. Per questo processo, che inizierà venerdì, resterebbe in piedi la parte sulla maxi truffa ai danni dello stato per oltre 48 milioni di euro (di cui sono stati confiscati oltre 2 milioni al partito e per la cui confisca si attendono le motivazioni della Cassazione che ha stabilito la sequestrabilità al partito per le somme che entreranno in futuro), mentre cadrebbe la parte degli investimenti all'estero.
IL COMMENTO
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