L'errore nel dispositivo della sentenza d'appello per l'alluvione del novembre 2011 non può essere corretto adesso. Lo hanno stabilito i giudici di secondo grado, gli stessi autori dello sbaglio, che oggi hanno sciolto la riserva. "Deve prendersi atto - scrivono i giudici - che l'ordinamento non conosce ipotesi di rimedio a fronte dell'errore materiale compiuto [&hellip] e neppure la correzione invocata dalle parti civili, alla quale solo il responsabile civile Comune di Genova si è opposto, è praticabile come sostenuto dalla corte di Cassazione". Alla lettura del dispositivo di appello i giudici avevano confuso due capi di imputazione e avevano calcolato, al ribasso, le condanne per l'ex assessore comunale Francesco Scidone e per il dirigente comunale Gianfranco Delponte. La corte aveva fissato un'udienza per correggere l'errore. La stessa procura generale e i difensori dei due imputati avevano sottolineato che la correzione non era possibile in quella sede. Nell'alluvione morirono quattro donne e due bambine. La sentenza di appello era stata letta lo scorso 23 marzo.
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