cronaca

A Cornigliano assemblea in fabbrica: "Pronti alla lotta"
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Sospesa la trattativa tra Governo, sindacati e ArcelorMittal sulla cessione di Ilva. La rottura è arrivata all'ennesimo giorno di incontri a Roma, all'apertura del tavolo dedicato al tema degli organici. "Proposte inaccettabili, non ci sono le condizioni per continuare", dichiarano in coro le segreterie locali e nazionali di Fiom, Fim e Uilm dopo aver incontrato sia il vice ministro Bellanova sia i futuri proprietari. Dichiarato a Genova lo stato di agitazione, assemblee in tutte le sedi del gruppo nelle prossime ore. 

Da quanto si apprende, Mittal è inamovibile: dei 14 mila lavoratori Ilva in tutta Italia è disposta ad assumerne subito 8.500, che in prospettiva potrebbero diventare 10 mila. La cordata avrebbe già sottoscritto un accordo col Governo, ma le carte sono secretate. Un piano comunque rigettato in blocco dai sindacati che finora avevano partecipato a tutti gli incontri nonostante la fase di stallo si prolungasse ormai da giorni. 

"Oggi è una giornata negativa. Sapevamo che sarebbe stata una trattativa difficile, ma abbiamo visto i numeri e in queste condizioni non possiamo trattare - spiega Alessandro Vella, segretario genovese della Fim Cisl -. A meno che non ci richiamino per dire che hanno cambiato idea, al momento il dialogo è interrotto". 

"Nelle prossime vedremo se sarà possibile indire iniziative comuni in tutti gli stabilimenti - spiega Bruno Manganaro, segretario Fiom Cgil Genova - Come sempre difenderemo con la lotta i posti di lavoro, il salario e l'accordo di programma". Nel pomeriggio proprio lo stabilimento genovese ha aperto lo stato di agitazione e gli altri siti potrebbero seguire la stessa strada. "L'Europa non chiede discontinuità sul lavoro - precisa il segretario della Fiom - sono i commissari che danno questa interpretazione su suggerimento del governo per giustificare la richiesta di Mittal di tagli occupazionali e salariali".

Probabile, a questo punto, che l'intera partita passi nelle mani del prossimo Governo. La seconda ipotesi è che il ministro Calenda scelga di portare a termine la procedura senza l'accordo sindacale, mossa che esporrebbe al rischio di clamorose mobilitazioni a livello nazionale in un momento molto delicato dal punto di vista politico. 

Scongiurati, per ora, i timori dei lavoratori genovesi, che stamattina si sono riuniti in assemblea a Cornigliano convocati dalla rsu a maggioranza Fiom, pur col parere contrario di Fim e Uilm. "L'assemblea - si legge nel documento redatto dai dipendenti - ribadisce a chi ci rappresenta sindacalmente di non firmare accordi che cancellino le conquiste degli anni precedenti. Contrasteremo ogni ipotesi che metta in discussione la continuità contrattuale. L'assemblea chiede il rispetto degli accordi sottoscritti in questi anni dai lavoratori e si dichiara, fin da subito, pronta a difenderli con azioni di lotta". 

"È preoccupante la nuova interruzione delle trattative e l'accrescere della tensione sull'Ilva, soprattutto in assenza di un Governo in grado di guidare le parti nella trattativa e assicurare le dovute garanzie a tutti i possibili contraenti, sia da parte di Mittal che delle organizzazioni sindacali -  ha detto il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti -. Certamente il livello di esuberi previsti è molto alto. Come Regione Liguria abbiamo già dato nei mesi passati la nostra disponibilità attraverso la Società per Cornigliano, nata con l'accordo di Programma, di poter intervenire a mitigazione del calo occupazionale attraverso meccanismi da concertare con l'esecutivo e con le parti sociali, sempre che il Governo assicuri a quella società le adeguate coperture- Ciò potrebbe consentire una più fluida trattativa tra le parti e un impatto assai meno doloroso sulla città di Genova, soprattutto alla luce del fatto che, nell'Accordo di programma, da tutte le parti considerato ancora in vigore, tali esuberi non erano previsti".

Al termine del confronto proseguito oggi al Ministero dello Sviluppo Economico sulla trattativa Ilva "abbiamo dovuto constatare che le posizioni di azienda e sindacati rimangono distanti". Lo si legge in una nota del Mise nella quale il "Governo auspica ritorno al tavolo con approccio più costruttivo". "Gli impegni già assunti dall'azienda - ricorda la nota del Governo - comprendono 10.000 assunzioni (poco valore rivestono altri numeri circolati oggi) ed il mantenimento del livello salariale comprensivo degli scatti di anzianità. In questi mesi, sono stati fatti passi avanti nel confronto su tanti aspetti: rimane il problema di individuare modalità condivise per assicurare a tutti i lavoratori tutela occupazionale".