cronaca

L'accusa: Gesonita Barbosa mandante, lui l'ha ucciso
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 C'è il dna di Paolo Ginocchio in un angolo di una delle fascette usate per strangolare e uccidere Antonio Olivieri, l'artigiano di 50 anni trovato morto nello scantinato della sua casa di Sestri Levante lo scorso novembre. E' quanto emerso dalla perizia della polizia scientifica depositata in questi giorni in procura.

Ginocchio era stato arrestato lo scorso dicembre insieme alla ex moglie di Olivieri, Gesonita Barbosa, brasiliana di 35 anni, accusata di essere la "mandante" dell'assassinio. Secondo quanto emerso dalla perizia, Ginocchio avrebbe usato i guanti durante l'omicidio, ma avrebbe toccato e "inquinato" le fascette prendendole dalla macchina per portarle nello scantinato.

Per gli agenti della squadra mobile, coordinati dal sostituto procuratore Fabrizio Givri, Ginocchio sarebbe stato spinto dalla sua compagna Barbosa ad ammazzare l'ex marito, per avere così i soldi. I due, difesi dagli avvocati Nicoletta Peri ed Emanuele Olcese, avrebbero organizzato il delitto tendendo una trappola all'artigiano.

Secondo gli investigatori, Ginocchio si sarebbe intrufolato nello scantinato staccando la luce nell'appartamento della vittima in modo da farlo andare in cantina: una volta arrivato, sarebbe stato colpito alla testa e poi strangolato con le fascette da elettricista. La Barbosa, avevano scoperto gli inquirenti, aveva bisogno di soldi continuamente perché ludopatica. L'ex marito l'avrebbe assecondata per un po' ma poi avrebbe iniziato a rifiutare di darle il denaro.

Nel corso dell'inchiesta sono emersi anche altri sospetti sulla donna, per la morte di un anziano vicino di casa e di un ex fidanzato, ma per entrambi gli episodi sono in corso accertamenti. La prossima settimana, il pm potrebbe interrogare Ginocchio che finora ha sempre negato il coinvolgimento nel delitto.