
Una norma anacronistica visto “che il mercato oggi rende disponibili alimenti senza glutine che si distinguono anche per l’elevato grado di “servizio”, come i pasti pronti confezionati, in coerenza con i più diffusi stili alimentari. Inoltre distribuzione degli alimenti, in passato garantita dal solo circuito farmaceutico, ora avviene anche attraverso la grande distribuzione organizzata favorendo, oggettivamente, il superamento degli ostacoli logistici e facilitando il vettovagliamento presso caserme e strutture militari diverse”, prosegue il senatore ligure.
Secondo l’ultima relazione al Parlamento (2015) i celiaci in Italia sono 180mila, di cui circa i due terzi sono donne. Rappresentano però solo il 30% delle diagnosi attese, essendo acclarato da numerosi studi epidemiologici che la prevalenza della celiachia in Italia e nel mondo è pari all’1% della popolazione. “La preclusione alle carriere militari che rappresentano posti di lavoro, ci impone, al fine di garantire pari diritti a tutti, di riconoscere a compensazione tutele particolari ai celiaci per accedere ad altri concorsi pubblici”, conclude Cassinelli.
IL COMMENTO
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