Cosa sta succedendo a Genova? Improvvisamente diventiamo una città “posteriore”, nel senso che il luogo ”dove non batte mai il sole” si erge a protagonista della più elettrizzante dialettica politica.
Il neo-presidente della Fondazione Cultura e, quindi, di Palazzo Ducale, invita perentoriamente, ma anche allegramente, i genovesi a "alzare il c**o" e a andare a visitare la mostra di Rubaldo Merello.
Pochi giorni prima l'assessore alla sicurezza, il leghista Garassino, aveva minacciato di prendere a pedate nel sedere gli immigrati che chiedono l'elemosina invece di prodigarsi per migliorare l'integrazione sopratutto nelle zone calde della città.
In precedenza ancora il sindaco Marco Bucci aveva annunciato con foga e convinzione che bisogna "alzare le chiappe" e andare in giro per l'Italia e il mondo a cercare imprenditori che investano a Genova e a caccia di business che facciano tornare a casa i ragazzi in fuga in cerca di lavoro.
Di fronte alle osservazioni sulla famosa gita a Ginevra delle istituzioni genovesi, più Aldo Spinelli, al cospetto dell'armatore Luigi Aponte, il nostro primo cittadino aveva ribadito il concetto: è sacrosanto "alzare le chiappe" e andare a cercare chi può dare una mano allo sviluppo della città.
Insomma di colpo il fondoschiena è diventato 'centrale' nella nomenclatura dei nostri nuovi governanti, forse anche con l'inconscia speranza di favorire la fortuna che di quella parte del corpo umano è diventato un sinonimo.
La 'sparata' di Luca Bizzarri merita un'osservazione particolare, oltre a quelle che Andrea Scuderi e Mario Paternostro hanno già opportunamente scritto. Io ci vedo sopratutto il tentativo di accreditare la propria immagine di presidente 'nuovo' e diverso rispetto al passato. Bizzarri è di professione un comico, Borzani era uno storico. Dichiarando che ignorava chi fosse Merello e invitando a alzare il c**o per andare a vedere la sua mostra il presidente si è 'dichiarato'.
Le mostre del Ducale hanno sempre avuto un grande successo di pubblico. Sono efficacemente propagandate e veicolate. Hanno sempre attirato i visitatori, stabilendo, anno dopo anno, record di presenze. C'era istituzionalmente bisogno del perentorio invito? Penso di no, come penso che d'ora in avanti la popolarissima Iena Bizzarri non potrà più farsi schermo della propria ignoranza sugli artisti che sfileranno a Palazzo Ducale per scuotere l'attenzione. Vale la prima.
La prossima volta il suo genio artistico gli suggerirà altri sistemi di richiamo, consoni alla sua personalità. E noi ci divertiremo a commentare. Per quanto riguarda gli altri esempi di richiami “posteriori”, quello dell'assessore ci sembra un po' truculento, una vera licenza leghista. Marco Bucci aveva fatto ricorso alle “chiappe” molte volte in campagna elettorale e questo modo colorato di esemplificare fa, invece, parte di un preciso linguaggio manageriale, quando si vuole imprimere svolte dinamiche al lavoro proprio e altrui.
Il tempo ci dirà se questo ricorso a immagini “posteriori” va a formare un nuovo linguaggio politico o se è solo il frutto di circostanze accidentali. Intanto potremmo mettere in allarme il nostro linguista preferito Vittorio Coletti, che sicuramente sarà già all'erta.
cultura
Genova città 'posteriore': come cambia il linguaggio
Il lato B è diventato centrale nel dibattito politico
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