
Le 'zampate' sono solo una faccia del degrado per questa strada in ginocchio nel centro storico di Genova. Perché se si aggiungono il deserto commerciale, la spazzatura ammucchiata in ogni angolo e l'ennesimo mercatino abusivo, quello dell'ortofrutta al tardo pomeriggio davanti alla Commenda, si capisce perché i cittadini si facciano beffe dei dati forniti dalle istituzioni.
"Reati in calo? Può essere, la polizia fa il suo lavoro, del resto la gente si è stancata di denunciare, abbiamo già fatto un sacco di esposti. Ma la percezione che abbiamo noi della sicurezza è completamente diversa", denuncia Ravera. Microspaccio, lo chiamano così, localizzato sui commercianti che fanno da basisti, con stranieri che assumono manodopera straniera e un racket sempre più difficile da rintracciare: "Noi non sappiamo se c'è la criminalità organizzata dietro, probabilmente sì. Qui sono prevalentemente gli africani che spacciano per strada. Questo è ciò che vediamo. E molti sono richiedenti asilo".
Politiche commerciali e abitative: è questa la strada per uscirne, secondo i cittadini. La prima è quella che stanno provando a percorrere alcune attività 'sane' nei locali ristrutturati sul retro di Palazzo Reale, come quella di Alessandro Cavo che aprirà presto un laboratorio sopra piazza dello Statuto: ci saranno diverse vetrine con una pasticceria e una caffetteria.
E delle case che si affacciano su questi stretti vicoli, una buona parte è di proprietà comunale. Sono state acquisite mediante espropri per ristrutturarle e ora sono residenze popolari. "Negli ultimi dieci anni - dice Ravera - il Comune ha abbandonato questa zona, ai tempi di Pericu si era cercato di creare un mix sociale, ma di recente sono state assegnate male, a soggetti pregiudicati, problematici. Devono essere emessi bandi per le famiglie, solo così si ricrea il tessuto sociale".
IL COMMENTO
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