
«Non volevo andare via. Non ho ancora raggiunto il top, ma ho buone sensazioni. Sapevo che il primo anno all'estero sarebbe stato difficile, soprattutto in un campionato noto per il suo calcio tattico. Ho giocato 32 partite, che non è male. Soprattutto perché sono in una posizione diversa: più bassa, come la mezzala, in un sistema speciale, il 4-3-1-2.
Avevo un obiettivo, dare un aiuto o andare via. Speravo che qualcosa cambiasse nella mia posizione all’interno della squadra, ora sto bene così. Durante l’anno passato è cresciuta tanta passione nei confronti della Sampdoria. Il Presidente è una persona speciale che ha un approccio molto caloroso con i giocatori; una grossa differenza rispetto all’Anderlecht. Sono molto grato al club e vorrei ricambiare tanto, non solo con goals o assists ma diventando un leader, voglio essere un giocatore importante».
IL COMMENTO
Addio Franco Marenco, leader di una destra che rimpiangiamo: guerriera ma nobile
Maturità: nelle tracce mancata l'attualità controversa, dall'Ucraina alla Palestina