cronaca

L'accusa è di traffico illecito e frode allo Stato
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 Trentaquattro persone rinviate a giudizio, un proscioglimento e un patteggiamento a due anni. E' l'esito della udienza preliminare, tenuta davanti al gup Nicoletta Bolelli, per l'inchiesta che l'anno scorso portò agli arresti domiciliari sette persone, tra dipendenti e funzionari di Amiu (la società partecipata che si occupa della gestione dei rifiuti) e Switch (azienda che si occupava della raccolta differenziata).


Il dipendente della Switch Stefano Ionadi ha patteggiato la condanna a due anni, mentre è stato prosciolto perché estraneo ai fatti l'ex direttore del carcere di Marassi, Salvatore Mazzeo. Le accuse sono, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata alla truffa ai danno dello Stato, traffico illecito di rifiuti e frode. Secondo l'accusa, sostenuta dai pm Paola Calleri e Francesco Cardona Albini, gli appalti per la raccolta dei rifiuti venivano affidati senza che la Switch ne avesse titolo e venivano simulati ritiri di ingombranti a domicilio con falsa documentazione per chiedere i rimborsi all'Amiu.

Inoltre, venivano segnati quantitativi maggiori di rifiuti smaltiti per conto del Comune arrivando a effettuare smaltimenti gratuiti per enti pubblici istituzionali e forze di polizia, facendo poi figurare tali rifiuti come se fossero stati rinvenuti per strada incassando così l'addendum per la bonifica straordinaria, e poi il materiale veniva portato direttamente in discarica senza alcuna cernita e selezione.

Tra le accuse, anche quella di avere sponsorizzato una squadra dilettantistica dei vigili del fuoco per fare chiudere un occhio sulle irregolarità riscontrate nel sito della Switch. All'udienza si sono costituiti parte civile Amiu e la Quattro erre, la ditta esclusa per fare entrare la Switch. Il processo inizierà il prossimo sette febbraio.