cronaca

L'insediamento del nuovo direttore di Primocanale
6 minuti e 55 secondi di lettura
C’è sempre stata Primocanale quando la città è affogata, quando è stata assediata, quando la nave è naufragata, quando la torre è crollata. C’è stata con i lavoratori in piazza, con i morti in strada, con i fuochi d’artificio, con i sorrisi del Papa. C’è stata per lo stadio in festa, per le curve disperate. C’è stata per ascoltare i mugugni, per sostenere progetti, per contestare gli scempi. C’è stata per lunghe ore di diretta, con i telefoni aperti, con i messaggi sul web.

Ora scrivo qui per raccontare insieme l’emozione, la responsabilità, l’onore di dirigere questa testata che in 35 anni è diventata un simbolo perché ha saputo comunicare. Lo ha fatto per i liguri e per i genovesi, motore di un lavoro che non si è mai arrestato, raccontando eventi straordinari e fatti quotidiani che hanno fatto la storia della regione e della città.

Scrivo qui soprattutto per condividere idee per una informazione che cambia. In un mondo dove Primocanale vuole essere protagonista. Con la Tv, con il web, la app, la newsletter, i social. Il sistema crossmediale che si consolida e si trasforma alla velocità della luce.

E tutti noi, in questa squadra che è composta dalla proprietà, dalla dirigenza, dai dipendenti, giornalisti, tecnici, amministrativi, dai collaboratori, abbiamo voglia di partecipare.

E vogliamo rendere protagonisti, ogni giorno, chi ci guarda, chi ci legge e chi ci ascolta. Siamo pronti a farlo, prendendo posizione, non per uno o l’altro schieramento politico, ma per le idee, per i progetti, difendendo quelli che riterremo buoni, contestando quelli che possano danneggiare Genova e la Liguria.

E poi facendo discutere tutti. Utilizzando internet, ma anche scendendo nelle strade e nelle piazze, avvicinando i microfoni alla gente che ha voglia di partecipare. Ed essere protagonista. La politica, la cronaca, lo sport, la vita dei genovesi e dei liguri può essere raccontata in tanti modi. I genovesi e i liguri possono aiutarci interagendo, condividendo giorno per giorno i fatti, le immagini, le notizie, i video, le parole, utilizzando sempre più strumenti, guardando avanti.

Siamo alle porte di appuntamenti elettorali, di decisioni storiche che possono rilanciare o demolire i progetti di Genova e della Liguria. Siamo pronti a viverle. E a discuterle. Siamo pronti, dicevo, ma è un momento molto complicato per il mondo dell’informazione, specie per quella locale. Ed è per questo che condivido, nel primo giorno della direzione della testata, un documento condiviso da tutti i dipendenti di Primocanale che spiega, dopo una diretta come quella realizzata dieci giorni fa in occasione della visita di Papa Francesco, quanto sia deludente non vedere riconosciuto il ruolo di servizio pubblico che questa emittente ha sempre dimostrato di saper svolgere.

     Andrea Scuderi
     Direttore Responsabile di Primocanale






LA LETTERA DEI DIPENDENTI DI PRIMOCANALE

Chi ha fatto servizio Pubblico?
A dieci giorni dall'evento straordinario della visita di Papa Francesco vogliamo riflettere in modo chiaro su cosa sia il servizio pubblico televisivo, anche crossmediale, su un fatto concreto come la giornata del Pontefice a Genova.

Riteniamo che vadano date alcune informazioni “nascoste” che non sono conosciute dall’opinione pubblica: il 28 aprile il Governo ha assegnato alla Rai la nuova concessione del Servizio pubblico per i prossimi 10 anni, prelevando 20 miliardi di euro dalle tasche dei cittadini, con addebito sulla bolletta elettrica, senza spiegare cosa viene garantito a fronte di quanto viene pagato dagli stessi cittadini.

La Rai costa più di 250 mila euro all'ora, per 365 giorni all'anno, 24 ore su 24, giorno e notte. Però a Genova, in occasione della visita del Papa, ha mandato in onda soltanto la Messa da Piazzale Kennedy (su Rai 1) mentre Rai 3 regionale non era in onda neppure alle 7.30 del mattino perché il Papa è arrivato sabato. E al sabato la trasmissione regionale del mattino non è programmata. Neppure se arriva il Papa.

E’ successa la stessa cosa nell’alluvione del 2014 a Genova: era venerdì sera, il giorno successivo, nel pieno del caos in città, Rai 3 regionale non c'era. Però "loro" sono il servizio pubblico, hanno tutte le garanzie, sono "unici" come si legge nel testo della nuova concessione.

Noi ci limitiamo a dire che Primocanale costa in un anno come 10 ore della Rai! Qualsiasi cosa faccia o non faccia la Rai è il servizio pubblico del Paese.

Qualsiasi cosa facciamo noi non è servizio pubblico, anche se raccontiamo in diretta dalle 6.30 del mattino sino alle 21.00, ininterrottamente, il Papa che arriva all'aeroporto, l'incontro con i lavoratori dell'Ilva, la visita al Gaslini e alla Madonna della Guardia. Poi la Messa in Piazzale Kennedy con immagini che il Centro Vaticano ha messo gentilmente a disposizione di tutti, ma che noi abbiamo voluto integrare con nostre telecamere dedicate, per ascoltare i genovesi, le loro emozioni, la loro fede, il loro entusiasmo.

Il tutto su tv, web, app, social:  la nostra consolidata crossmedialita' che la Rai sta ancora sperimentando e su cui investirà, decine di milioni di euro dei cittadini venendo anche a fare concorrenza con denaro pubblico, salvo poi “dimenticarsi” di seguire i fatti più importanti di Genova.

Sia chiaro, questa non è una critica ai dipendenti Rai di Genova. Ci teniamo a sottolinearlo, non è una questione che riguarda loro.

E’ però un dato di fatto che, da sempre, dalle dirette del 1985 di Papa Woytila a tutte le seguenti visite dei Papi a Genova e in Liguria, noi abbiamo fatto lunghe dirette, per raccontare a chi non poteva essere presente la visita del Santo Pontefice con tutte le informazioni su viabilità, traffico e altre notizie di utilità pubblica.

E sapete bene cosa è accaduto nel 2001 con il G8. E poi in ogni occasione dove l'informazione in diretta è una necessità per i cittadini, per la sicurezza, per vivere momenti unici del nostro territorio.

Siamo felici del nuovo successo che in migliaia ci avete riconosciuto, ma siamo amareggiati e preoccupati come dipendenti tecnici e giornalisti di un'azienda privata che fa tutto quanto possibile per continuare la sua attività ma alla quale non è stato riconosciuto dal Governo che ha scritto la legge sul Servizio Pubblico, un ruolo che riteniamo assolutamente di meritare per quanto abbiamo fatto e per quanto invece non ha fatto la Rai negli ultimi 20 anni di concessione, dati alla mano.

E mentre in Rai litigano su tutto: i partiti, i consiglieri di amministrazione, i conduttori che vogliono compensi milionari, a soli 15 giorni dall'assegnazione della nuova concessione salta il direttore generale, non esiste il piano news, il piano industriale né il contratto di servizio.

E mentre si continuano a pagare con soldi pubblici trasmissioni come “Ballando con le Stelle” (perché considerata di Servizio Pubblico) cosi come quasi tutti i programmi Rai, noi lavoriamo senza alcuna garanzia sul nostro futuro una differenza di trattamento preoccupante che speravamo venisse risolta con la nuova concessione alla Rai che poteva essere estesa benissimo a chi fornisce servizio pubblico nel Paese, nei territori regionali come noi, Telenorba e Videolina per fornire gli esempi più evidenti di quelle emittenti regionali che hanno sempre dato esempi di come si fa il vero servizio pubblico regionale.

Noi dipendenti di Primocanale continueremo a mettercela tutta.

Un grande abbraccio grazie a tutti voi che ci sostenete e che date la forza di andare avanti a noi e alla nostra azienda che proprio quest'anno compie 35 anni.

      I dipendenti di Primocanale






L'Editore di Primocanale da' il benvenuto al nuovo direttore, Andrea Scuderi. Ancora una volta una scelta interna per riconfermare la linea di valorizzare oltre alla professionalità anche il legame con l'azienda e il rapporto con i colleghi della redazione e tutti i dipendenti. Il nuovo direttore è in pratica a Primocanale da quando ha cominciato la sua strada nel giornalismo, quindi davvero è cresciuto con l'azienda vivendone tutti i momenti, le trasformazioni e le scelte. Inoltre ha al suo attivo una lunga esperienza "regionale" come responsabile prima a Chiavari e poi della redazione della Spezia. Quindi possiede una visione "ligure". Ad Andrea Scuderi gli auguri di buon lavoro!