
"Le Pat - è stato detto - non possono essere esportate se contengono Dna bovino per il rischio morbo mucca pazza. Per esportare queste proteine le facevano passare come concimi o mangimi per animali da compagnia", ma in realtà erano destinate alla produzione di mangimi per animali da reddito e quindi destinate a finire nella catena alimentare umana.
Le proteine, sotto forma di farine, sono state intercettate tra carichi provenienti dalla Spagna e dovevano giungere nel bolognese dove alcune aziende le avrebbero trattate e spedite in Turchia o nel sud est asiatico. Nove le persone (italiani), indagate per falso indotto, adulterazione di alimenti, frode in commercio. Uno di loro era già stato indagato per adulterazione di sostanze alimentari, avendo esportato 900 tonnellate di Pat risultate poi contaminate da diossina verso il Bangladesh. Alle indagini hanno contribuito i veterinari del punto di ispezione frontaliero della Spezia
IL COMMENTO
Il nuovo Papa mantenga lo sguardo di Francesco sui detenuti
Il lavoro al centro della battaglia elettorale, ma Genova non ha bisogno di promesse