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Il coordinatore nazionale di Articolo 1 sfida Renzi
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Anche i militanti di Articolo 1, partito nato dalla scissione interna al Pd, avranno una sede a Genova. Per inaugurarla è arrivato in città Roberto Speranza, coordinatore nazionale, che nell'intervista a Primocanale con Andrea Scuderi provoca Renzi e lancia l'idea di un'alleanza nazionale tra Pd e sinistra sul modello di Genova: "La coalizione di Crivello - dice - è la prova che si può fare".

A Genova attorno al nome di Crivello avete stretto un’alleanza che guarda a sinistra, mentre a livello nazionale la sinistra è ancora critica con Renzi. Ma qui come si è arrivati alla ricomposizione coi renziani?

La scelta dipende dal progetto, altrimenti diventa tutto politicismo. Il progetto di Genova ci convince, Crivello è un candidato serio e con un profilo progressista e quindi decidiamo di sostenerlo. Il problema è che alcune politiche condotte dal Pd e in particolare da Renzi sono state un vero schiaffo a un mondo di centrosinistra, penso alla riforma della scuola fatta contro studenti e insegnanti, la riforma del lavoro vissuta negativamente da parte dei sindacati. C’è la necessità di misurarsi nel merito. Il nostro obiettivo è sempre la ricostruzione del centrosinistra, ostacolata da Renzi e Pd.

Genova sarà un test importante sotto questo profilo. Se Crivello dovesse vincere anche l’ala renziana potrebbe essere costretta a rivedere certe posizioni, viceversa per Articolo 1 sarà sempre più difficile trovare un aggancio. Condivide?
Intanto ci auguriamo che Crivello vinca perché è un sindaco all’altezza di governare la città. Chiaro che qui c’è una prova: la prova che si può costruire un centrosinistra largo non per forza guardando all’area moderata. C’è un certo strabismo da parte del Pd nazionale. Renzi guarda con diffidenza a noi che siamo un pezzo del centrosinistra e non usa mai gli stessi toni contro Berlusconi e Verdini. Sembra gli piacciano più di Bersan, Speranza e altri. Riteniamo che questo sia un errore e faccia male. Genova è l’esempio del fatto che si può costruire un centrosinistra largo, anche con la sinistra protagonista.

È Renzi che ha questo atteggiamento nei vostri confronti? Pensiamo al caso Boschi: Renzi l’ha difesa, voi la attaccate…
Noi chiediamo che si dica la verità. Maria Elena Boschi è venuta in parlamento nel dicembre 2015 dicendo che non si era mai occupata dalla vicenda, noi chiediamo che si faccia chiarezza. Se è vero quanto ha detto De Bortoli è giusto che si dimetta. Che Berlusconi e Renzi siano spesso d’accordo non è un fatto nuovo, c’è un orizzonte che i due provano a costruire assieme Noi vogliamo fare un’altra cosa: costruire un centrosinistra che parta dai problemi del Paese. Molto spesso il punto sembra il rapporto con Renzi, ma ciò che cambia è la vita delle persone. Togli o non togli la tassa sulla casa anche ai miliardari? Io sono per non toglierla, Berlusconi e Renzi sono stati d’accordo per toglierla.

Stanti così le cose l’alleanza con Articolo 1 si può fare a livello locale e non a livello nazionale?
Il Pd per me non è un nemico, ci ho militato a lungo, ho fatto il capogruppo alla camera. Il punto è: per fare cosa? Se l’alleanza serve per dire: viva la buona scuola, viva il Jobs Act, viva le trivelle l’alleanza non ha senso. Ma sono convinto che la comunità larga del Pd possa avere idee diverse, per cui teniamo aperta una discussione. Il nostro nemico non è il Pd ma la destra, le forze antisistema che avanzano in tutta Europa, dopodiché questo Pd si è trasformato, è diventato un partito di centro, molto legato a una persona, che dimostra di guardare più a destra che a sinistra. Le dichiarazioni di Debora Serracchiani nelle ultime ore e nessuna parola di un dirigente Pd a prendere le distanze significa che c’è un cambio di cultura politica. Noi invece vogliamo ricostruire il centrosinistra