Il reclamo contro la decisione del Tribunale Civile e, in extrema ratio, la diffida dall'uso del simbolo nei confronti di Marika Cassimatis. Potrebbe essere questa la strada che Beppe Grillo seguirà nelle prossime ore per sbrogliare il caso di Genova e evitare che la candidata "scomunicata" dal garante del M5s e riammessa dal giudice, alla fine scenda in campo. Una battaglia che, al momento, è soprattutto giudiziaria ma è fortissimo il rischio che, alla fine, sotto la Lanterna il M5s non presenti alcuna lista. Se il reclamo presentato dal M5S sarà rigettato le chance che Grillo accetti la candidatura di Cassimatis sono ridotte a zero: meglio, piuttosto, 'saltare' la tornata genovese. Nel frattempo Grillo prepara la sua difesa sull'altro filone della vicenda, quello in cui è accusato di diffamazione. Un candidato sindaco è un personaggio pubblico e può essere sottoposto a critiche, anche dure, recita la memoria depositata dal leader del M5S mentre Roberto Fico cerca di circoscrivere la gravità della vicenda genovese: "è un caso isolato".
Di certo, quello di Genova è un caso sul quale il M5S dovrà riflettere in vista della selezione dei parlamentari di ministri che - è il refrain dei vertici pentastellati - dovranno assicurare assoluta fedeltà al programma. Programma in merito al quale il blog di Grillo ha ospitato l'intervento di Giorgio Cremaschi. E l'intervento dell'ex dirigente Fiom si concentra sulla necessità di rinnovare la democrazia interna dei sindacati ma non ne propone il superamento: dal M5s non c'è, si sottolinea, l'indicazione di una rottamazione della concertazione - come si poteva evincere dalla 'prima tappa' del programma Lavoro - ma l'esigenza di una riforma dei sindacati.
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