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Tra chi vuole disertare lo stadio e chi propone altri metodi
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 Contestare il Genoa, contestare la società o contestare i contestatori? Una spaccatura netta tra la proprietà e i tifosi, ma anche interna al pubblico. Perché il nuovo comunicato che annuncia la contestazione permanente, stavolta firmato Acg, non trova d’accordo tutti. Anzi.

I partiti sono più di due, come si vede dal dibattito su
Facebook. Quello che condivide la linea del tifo organizzato sembra minoritario ma, scrive Santo Oliveri, “tutte le contestazioni ai Presidenti del Genoa sono state fatte da una minoranza.. così come le proteste di Piazza.., di solito è più comodo così! PREZIOSI VATTENE”. Anche Paolo Bertani è per la linea dura: “Incassi da TV e stadio da settimo posto, record europeo di cessioni e squadra collassata dai debiti e miseramente quintultima .un successone, grazie Enrico!”

C’è poi chi dice: contestare sì, ma non allo stadio per incoraggiare la squadra o almeno non creare altra tensione. “A malincuore dico di sostenere questi giocatori che a mio parere non lo meritano visto le porcherie che hanno combinato”, scrive Enrico Risso. Ancora, Stefano Ghisso: “A parte i 90 minuti della partita, giusto contestare Società e Squadra”.

D’altro canto molti propongono proprio di disertare il Ferraris, anche se magari non subito. Scrive Luca Causa: “L'unico modo per farlo andare via? Niente più tessere niente più stadio niente più soldi alla presidenza”. Francesco Rossi, dello stesso avviso, aggiunge: “Non serve a niente ma non ci facciamo prendere in giro da quell'individuo”.

Infine, voci a difesa dell’attuale gestione, che per molti non ha alternative.
“Per fare un analisi seria bisognerebbe chiedersi, chi puo' sostituire Preziosi e fare investimenti economici adeguati”, è il commento di Marco Gardella. E così, mentre arrivano altre indiscrezioni sulle manovre per cedere la società, emerge una sola certezza: al di là dei risultati, l’era Preziosi si chiuderà – se si chiuderà – all’insegna delle divisioni. Anche in gradinata.