Dopo la richiesta di 20 rinvii a giudizio nell'ambito dell'inchiesta su Banca Etruria per bancarotta, di cui 10 per fraudolenta e 10 per colposa, il lavoro del pool guidato dal procuratore di Arezzo Roberto Rossi prosegue sul secondo filone legato sempre alla bancarotta. L'obiettivo è fare chiarezza su un'altra tranche di finanziamenti concessi dall'istituto aretino, e mai rientrati, che avrebbero causato il crack.Si tratta dei 45 milioni di credito che sarebbero stati concessi anche a nomi importanti del panorama imprenditoriale italiano quali il gruppo facente capo a Francesco Bellavista Caltagirone attraverso l'operazione porto di Imperia che ha coinvolto Acquamare, società controllata dal gruppo Acquamarcia. Per quella vicenda Caltagirone è appena stato assolto in appello insieme ad altri imputati.
Per quanto concerne invece il filone truffa, i primi processi ai circa 40 imputati tra dipendenti e direttori di filiale, sono in calendario per il periodo autunnale con udienze ancora da fissare.
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