
La redazione dev'esser stata tradita dalla sigla: IM. E quindi Imola, che si cita sempre nello spelling. Mentre Imperia chi se la ricorda? Brutto affare, quello delle province: quando si studiavano a scuola, sui polverosi atlanti, non erano tante come oggi. E quelle due lettere, che un tempo comparivano sulle targhe di tutte le auto, oggi occupano un posto marginale. L'errore campeggia per ore su tutte le piattaforme (sito web e app) senza che nessuno se ne accorga. Errare è umano, si dirà. Ma questa è roba da scuola elementare. Tra l’altro Imola non fa nemmeno provincia (è sotto Bologna).
Prendiamola bassa: una svista può capitare a chiunque. Stavolta è andata così: il Servizio Pubblico dell'informazione italiana, che si accinge a varare un piano editoriale con importanti investimenti sul digitale, inciampa sulla città dove nel solo 2017 ha investito 15 milioni di euro per l'evento televisivo più discusso dell'anno. Sarà stata la confusione, sarà stato il caldo fuori stagione. Romagna mia, Romagna in fiore, perché non metterci pure Sanremo. A parziale discolpa della Rai, l'ipotesi di uno spostamento miracoloso. Mica a caso c'era in onda la Messa.
IL COMMENTO
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