cronaca

L'agente non fermò la lite che degenerò a coltellate
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Vent'anni di carcere. È la condanna in primo grado per Roberto Bruzzese, l'uomo che ha ucciso lo zio Francesco La Rosa a Genova Pontedecimo per una disputa sui confini. Condannato a otto mesi l'agente di polizia locale che non era intervenuto per fermarli. "Ho avuto paura", aveva detto per giustificarsi. 

La lite costata la vita a Francesco La Rosa è avvenuta tra i componenti di due famiglie imparentate tra di loro. Uno dei due nuclei familiari stava mettendo dei paletti per delimitare il confine tra due proprietà. Il secondo nucleo familiare avrebbe chiamato i vigili urbani per fare togliere i paletti e davanti agli agenti, al culmine della lite, è iniziata la rissa con i coltelli.

L'omicidio è stato ripreso dalle telecamere di sorveglianza che la vittima aveva fatto installare proprio per i continui diverbi con i parenti. Dalle immagini si vede l'inizio della discussione davanti al vigile, poi il figlio più piccolo della vittima cerca di difendere il padre che stava per essere spinto da uno dei componenti della famiglia Bruzzese e infine si vede arrivare Roberto che colpisce prima le due donne, moglie e figlia della vittima, poi il ragazzo e infine l'anziano. Il tutto davanti agli occhi del vigile che non fa nulla e che forse non si rende nemmeno conto di quanto sta succedendo.