
Vedere Claudio Scaiola che indica le strade da seguire a Toti (che peraltro uno Scajola in giunta ce l'ha, più giovane e in netto contrasto con lo zio ex ministro) da un'idea di ritorno al passato. Peraltro, a un passato dove proprio in quei suoi "momenti di potere" la nostra terra è crollata sia economicamente che occupazionalmente, ed è restata tagliata fuori dallo sviluppo delle infrastrutture.
E poi non c'è nulla da fare: giusto o sbagliato che sia, Scajola è e resta per l'opinione pubblica quello della casa romana "a sua insaputa", un'immagine ormai indelebile che non può che danneggiare ogni azione politica a cui si avvicina. Non a caso è stato ritenuto sbagliato e inopportuno il suo abbraccio a Parisi con la fida Della Bianca a Genova che non ha certo giovato all'ex candidato sindaco (perdente) di Forza Italia a Milano.
Claudio Burlando poi che ritorna in scena nel Pd per spiegare - nel suo linguaggio tutto da interpretare - come rimettere le cose a posto nel partito dopo che è stato il colpevole della scissione avvenuta proprio a Genova nonché della bastonata elettorale regionale, ha dell'incredibile. Dimostra che non ha capito neppure lui che era meglio restasse sui monti a raccogliere funghi e a giocare a scopone per il bene di tutti cittadini e del partito.
Ma ancor più folle è chi gli permette di continuare a far danni su danni dopo aver affossato la Liguria intera tenendola appositamente chiusa, geloso del suo baronato e portandola per 10 anni a isolarsi. Tanto che ora siamo talmente isolati che sarà dura rientrare in gioco nel Paese e in Europa.
Arriva un momento in cui ci si deve mettere da parte per non far danni, a se stessi come agli altri. Scajola e Burlando, fateci una cortesia di destra e di sinistra: anche 'a vostra insaputa' prendete la macchina insieme e - cercando di evitare i contromano - andate in qualche trattoria e parlate fra voi.
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IL COMMENTO
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