cronaca

Indagine dell'antimafia, denunciate 10 persone
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Gestivano grandi quantità di rifiuti e producevano fresato di asfalto che, anziché essere recuperato secondo la normativa, veniva conferito ad altre ditte delle stesse persone senza alcun trattamento. Uno smaltimento illecito scoperto dai Carabinieri del Noe, che hanno perquisito una serie di aziende tra le province di Genovae Alessandria nell'ambito di un indagine coordinata dalla Dia di Genova.

L'indagine scaturisce dai controlli del Nucleo operativo ecologico che hanno fatto emergere la condotta criminale. Le verifiche dei carabinieri, durate più di un anno, hanno portato alla denuncia, a vario titolo, di 10 persone ed altrettante aziende. Tutto società che costituivano un vero e proprio sistema, ben rodato e collaudato, che permetteva di conseguire profitti illeciti ben superiori a quelli ottenibili operando secondo le normative sul trattamento e recupero dei rifiuti.

L'illecito classico era il riuso del bitume scarnificato dalle strade prima delle riasfaltature: invece di essere trattato e riutilizzato o inviato allo smaltimento come rifiuto speciale con adeguato trattamento, veniva subito riutilizzato. Adoperato, se possibile, nello stesso cantiere stradale, o se i tempi dei lavori non lo permettevano, "venduto" con accordi privati ad una ditta di un imprenditore compiacente che lo rimpiegava facendolo passare per materiale trattato o nuovo.

Molteplici gli illeciti commessi: uno puramente economico in danno del committente che pagava per trattamenti e lavori mai eseguiti o eseguiti senza seguire i capitolati. I lavori compiuti con qualità scadente avrebbero potuto diventare soggetti a frane. I danneggiati, riferiscono gli inquirenti, sono tutti cittadini privati e nell'inchiesta non figurano grandi opere o cantieri di enti pubblici. Altri illeciti realizzati dagli indagati sono in danno dell'ambiente: gli imprenditori utilizzando bitume non trattato inquinavano il terreno e le falde acquifere.