I giudici della Corte dei Conti hanno condannato a un risarcimento di oltre 389 mila euro, Alessandro Enrico Vitali, anatomopatologo dell'ospedale Santa Corona di Pietra Ligure ora in pensione. Al medico, la procura contabile contestava di aver svolto in regime privato numerose analisi di laboratorio, nello specifico pap-test, il tutto in orario di lavoro e utilizzando le strutture e attrezzature dell'ente pubblico. Il medico, che aveva un rapporto di lavoro esclusivo con la struttura sanitaria per cui lavorava, era autorizzato a svolgere attività privata in regime di intramoenia allargato, versando quanto dovuto all'azienda. Dalle indagini dei Nas era emerso che l'anatomopatologo aveva refertato, dal 2004 al 2009, quasi 5 mila pap-test in regime privatistico senza versare il dovuto all'ente pubblico e utilizzando le sue strutture. Dalle indagini, che hanno coinvolto numerosi medici, era emerso che un ex dipendente dell'ospedale San Martino, ritirava i reparti biologici dai vari ginecologi, li portava a casa sua dove procedeva alla cosiddetta 'colozazione' e poi li consegnava a diversi anatomopalogi, in servizio presso strutture pubbliche, per le analisi.
Per i giudici "vi sono prove sufficienti che dimostrano lo svolgimento di attività libero professionali 'extramoenia', pur essendo lo stesso medico legato da un rapporto di esclusiva. Appare superfluo aggiungere che di detta attività extramoenia non esiste alcuna traccia documentale ai fini fiscali, essendo la stessa svolta senza alcuna fatturazione". Solo pochi giorni fa, i giudici contabili avevano condannato a risarcire 57 mila euro per gli stessi fatti, un altro anatomopatologo, ex dipendente dell'ospedale San Martino di Genova.
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