In questi giorni il serafico Paolo Emilio Signorini, presidente dell'Autorità portuale di Genova e Savona, ha scritto agli enti di inviargli velocemente i nomi designati per il Comitato di gestione. Come anticipato da Primocanale.it però il Ministero dei Trasporti (per fortuna ancora nelle mani di Delrio) ha detto a chiare lettere che "vanno rispettati gli stessi requisiti dei candidati presidenti" e che "non possono essere nominati pensionati nei Comitati di gestione".
Appare evidente come tale la norma sia applicabile anche al ruolo di segretario generale. Inoltre, va ricordato che non possono esserci conflitti di interesse. Due parametri assolutamente condivisibili che mandano in tilt gli enti che avevano già in mente i loro 'cavalli di battaglia' per controllare l'operato di Palazzo San Giorgio. Eventuali professionisti - qualora nominati - sarebbero obbligati a lasciare gli studi professionali, in particolare se legati a clienti che abbiano interessi nel porto. Manager in età pensionabile non possono essere nominati.
La politica locale si inalbera e grida allo scandalo, addirittura minaccia lettere ad personam del ministero proprio rivolte al caso della nuova autorità di sistema Genova-Savona. A che pro un nuovo scontro con Roma di cui i porti del Mediterraneo occidentale proprio non hanno bisogno? Possibile che non si riescano a trovare candidati senza conflitti d'interesse e sotto i 65 anni?
Sul tema delude in modo chiaro la sindaco di Savona, Ilaria Caprioglio, che sembra poco indipendente sulle nomine. Non dimostra quella autonomia e quella voglia di 'rottamare' che l'hanno caratterizzata in campagna elettorale portandola al successo. Ascolti i consigli degli anziani (meglio se saggi), ma dimostri la sua indipendenza e dimostri soprattutto di decidere di testa sua. Deludono gli altri enti che sembrano ingessati sui soliti 'vecchi' nomi. Anziché decidere di cogliere l'occasione della nuova legge per rinnovare una classe dirigente che ha portato Genova al fallimento.
Il presidente Signorini sia indipendente, valuti i requisiti di tutti i soggetti e si costruisca la sua squadra. Le città di di Genova e Savona, i cittadini, i giovani disoccupati, gli chiedono all'unisono di portare in alto i nostri porti, creare opportunità di lavoro, incrementare i traffici e portare i rispettivi scali all'altezza degli altri porti mondiali con pochi condizionamenti e tanta capacità manageriale.
Con la nuova legge, a differenza di prima, si può fare. Ma dovranno essere i presidenti eletti a dare una svolta, un segno di rottura rispetto al passato quando i Comitati portuali dei confllitti di interesse condizionavano ogni passaggio.
Ora sta al presidente Signorini accettare la sfida e interpretarla nel modo giusto: la politica lo lasci lavorare. E fra qualche anno, vedendo i risultati, tireremo le somme su come avrà operato nell'esclusivo interesse dei porti e delle città di Genova e Savona.
porti e logistica
Nomine portuali, la città vecchia dei dirigenti pensionati
L'editoriale
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