
La famiglia fece eseguire al bambino diverse terapie ed esami clinici per verificare l’eventuale insorgenza di malattie trasmissibili dal sangue infetto, come l’epatite e l’Hiv, tutti fortunatamente scongiurati.
Durante l’arco delle visite i genitori avevano più volte richiesto al comune di farsi rimborsare le spese mediche sostenute per le terapie, di fronte al rifiuto da parte dell’amministrazione è scattata la denuncia e la richiesta di presentazione in tribunale dove il giudice ha giustificato la sentenza sostenendo che il comune “E’ tenuto a mantenere pulito il proprio territorio”.
“L’accaduto ha portato ai genitori una sofferenza notevole”, ha proseguito il giudice, aggiungendo che: “E’ innegabile che il fatto abbia leso il diritto alla salute del piccolo, nel senso della sola minaccia di lesione ha portato a esami da considerarsi invasivi stante l’età del bimbo». Il comune, tuttavia, non sembra intenzionato a darsi per vinto, e ha già proposto di presentare ricorso al tribunale civile contro la sentenza.
IL COMMENTO
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