cronaca

Azione legale nei confronti delle Officine San Giorgio
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Topi a bordo, pasti surgelati spesso scaduti, turni di lavoro sette giorni su sette e anche i festivi senza i previsti riposi, mancanza di dispositivi di sicurezza. Secondo alcuni lavoratori erano queste le condizioni in cui si lavorava a bordo del relitto della nave Concordia, ormeggiata nel Superbacino a Genova dopo il naufragio, per smantellarlo prima del suo trasferimento lo scorso primo settembre per la demolizione definitiva.

Le "accuse" sono state segnalate in un ricorso davanti al giudice dai lavoratori, assistiti dagli avvocati Matteo Caniglia Cogliolo e Stefano Staderini, per una causa di licenziamento. I lavoratori che hanno presentato il ricorso sono stati licenziati dalla Officine meccaniche navali e fonderie San Giorgio del porto, proprietaria del relitto dopo il disastro navale del 13 gennaio 2012 costato la vita a 32 persone al largo dell'isola del Giglio.

Il giudice del lavoro ha fissato la prima udienza della causa al prossimo 27 febbraio. I lavoratori sono stati licenziati nell'aprile 2016 dopo la prima assunzione a tempo determinato iniziata nell'agosto 2014. Il primo contratto prevedeva una durata di sei mesi, ma era stato di volta in volta rinnovato. Secondo i dipendenti, però, la Officine San Giorgio non avrebbe rispettato le norme contrattuali, non prevedendo turni di riposo, le maggiorazioni di stipendio per gli straordinari, e facendoli lavorare in condizioni igienico sanitarie precarie.