politica

Verso il referendum costituzionale
2 minuti e 40 secondi di lettura
Più si avvicina la fatidica data del 4 dicembre e più si sprecano le analisi sul “dopo”: che cosa accadrà in questo povero e tormentato Paese nostro se vince il Si e Renzi diventa molto forte e che cosa, invece se vince il No e Renzi viene sconfitto?

L’aspetto curioso è che da qualche giorno, alcuni sostenitori del No nella minoranza Pd si preoccupano di ribadire (lo ha fatto persino Bersani) che in ogni caso Renzi deve governare. Certo, perché questo referendum non è un plebiscito sul premier ma un voto sulla modifica o meno della nostra Costituzione, in alcune sue parti modificabili.

Quindi, dicono quelli del Pd, anche qualcuno che è contro il presidente del Consiglio, Renzi non deve andarsene via. Auspicio che mi fa pensare che questi oppositori interni si siano resi conto di non avere nessuno da mettere al posto del ragazzo di Pontassieve.
Si o no Renzi probabilmente rimarrà a Palazzo Chigi o con un governo molto rafforzato e pronto alle elezioni del 2018 o con un governo rimpastato, pronto a elezioni anticipate probabilmente a ottobre del 2017.

Ma a Genova che cosa accadrà dopo? Cioè la mattina di lunedì 5 dicembre? Vi sarete resi conto che non si parla più di elezioni comunali. Alla Spezia accade questo perché l’inchiesta sui Padroni del Porto sta squassando i fragili equilibri del Pd locale con esiti imprevedibili.

A Genova perché l’abilissimo Marco Doria, abilissimo nelle strategie politiche, sta prendendo per i fondelli il povero Pd locale, sbattuto come un uovo prima della maionese. Prima i programmi, poi i nomi… Doria deciderà con noi…. Noi decideremo con Doria….

Risultato? Doria, se Renzi vince potrebbe anche essere spedito a fare il professore ordinario, ma non è una ipotesi così sicura. Se Renzi perde Doria avrà voglia di far ballare sui carboni ardenti gli alleati e allora perché non decidere di ripresentarsi? Magari con una sua lista rifatta da zero con personaggi della Genova progressista e colta che scalpitano per avere qualche cosa da fare e rifare. E che stanno scaldando i muscoli in serate conviviali nemmeno troppo carbonare.

Il Dopo anche nella nostra provincetta sarà divertente. Sia per la campagna elettorale con un centro destra dove Giovanni Toti ormai è un punto di riferimento nazionale senza bisogno di avere l’imprimatur di Berlusconi e un centro sinistra dove i leader locali saranno l’un contro l’altro armati non tanto per le comunali che sono, come direbbe Crozza-De Luca “robetta”, quanto per le politiche: dato che tutti non ci stanno dentro chi uscirà dalle liste?

Nell’eventuale governo-replica imposto da Mattarella torneranno tutti e due i ministri liguri? Ermini farà parte di diritto della squadra elettorale ligure o tornerà in Tuscania? Raffaella Paita avrà il posto che l’assoluzione le dovrebbe restituire? Pippo Rossetti spiccherà il volo per Roma sostenuto dai cattolici democratici?

Insomma di carne al fuoco ce ne sarà tanta, sia col si trionfante , sia col si in ritirata. Ma qualche cerotto dovrà essere preparato, pronto all'uso.