porti e logistica

L’inchiesta spezzina è già una sentenza: il vecchio sistema dei porti è fallito
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L’inchiesta della Procura e della Guardia di Finanza si è abbattuta sul Porto della Spezia: al di là di quelli che saranno gli esiti, l’indagine evidenzia un sistema che appare fondamentalmente malato, o, meglio ancora, fallito. E’ un sistema che non è solo spezzino: è il vecchio sistema dei porti. Appalti, concessioni, nomine. I conflitti di interesse sono stati spesso per anni sotto gli occhi di tutti. Se alla Spezia è intervenuta la magistratura, evidentemente, ci saranno gli estremi per individuare reati ben precisi.

Ma questa inchiesta dice di più: occorre un profondo cambiamento nella gestione dei porti: con la riforma entrata in vigore e in attesa del regolamento sulle concessioni (che il governo deve ora fare in fretta ad emanare), i nuovi presidenti sono chiamati a voltare pagina, a cominciare dalla scelta dei segretari generali che non può più essere legata al manuale Cencelli e alle pressioni di quelli che sono stati i comitati portuali negli scali liguri e italiani, con i conflitti di interesse, con le incursioni della politica, le decisioni prese ascoltando e accontentando il terminalista di turno, l’operatore amico o la società fidata.

Tutto questo è stato fatto nei porti eludendo frequentemente il principio dell’imparzialità. I nuovi presidenti delle Autorità di Sistema dovranno prima di tutto guardare questo: far diventare più “europei” gli organismi che dirigeranno. Lo scandalo che esplode alla Spezia sia anche un monito: chi era abituato a tirare per la giacchetta il Presidente o il commissario di turno, magari attraverso la politica o i comitati portuali, oggi non deve più avere questo possibile “aiutino”.

Mancano pochi tasselli: prima di tutto il regolamento sulle concessioni: il Ministero deve fare presto, altrimenti lascerà varchi sui quali i lobbisti possono inserirsi con facilità. Poi i Presidenti dovranno scegliere i segretari generali: possono puntare su tecnici di fiducia senza farsi imporre nomi dall’alto, senza ascoltare le pressioni di chi vorrebbe una persona di fiducia nel palazzo del potere. Solo così si metteranno pienamente nelle condizioni di far ripartire i porti.