cronaca

Ancora nessuna traccia della testa né dell'arma utilizzata
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Della testa tagliata non vi è traccia e non vi è nemmeno traccia dell’arma utilizzata per uccidere e per dare vita a quella terribile decapitazione. Una settimana dopo il delitto che ha sconvolto Lumarzo, entroterra genovese di levante, gli interrogativi restano ancora gli stessi.

Chi ha ucciso e perché è stato ucciso Albano Crocco, l’ex infermiere di 68 anni che sembrava uscito a cercare funghi nei boschi della frazione di Craviasco e proprio lì ha trovato la morte? Le indagini e rilievi dei carabinieri stanno scorrendo ai raggi X la vita dell’unico indagato per ora, Claudio Borgarelli. Infermiere e nipote della vittima, risiede nell’ultima casa prima del bosco dove Crocco è stato ritrovato. Aveva avuto contrasti con Crocco pare per una questione di detriti abbandonati su un terreno.

Da subito ha aperto la sua villetta ai carabinieri che hanno prelevato diversi oggetti tra cui alcuni una revolver che può essere caricato con cartucce da caccia leggera. E il corpo della vittima porta i segni di una rosa di piombo, sparata da un fucile da caccia o da una pistola a tamburo caricata appunto a pallini.

Ma quelli contro Borgarelli sono soltanto indizi. Si attende l’esito dello stub, il test che dirà se la mano dell’uomo ha sparato. Borgarelli ha raccontato che martedì 11 ottobre ha avvertito il suono di alcuni colpi d’arma da fuoco provenire dal bosco, ma non gli ha dato peso: quello è un posto da cacciatori.

Crocco prima di venire ucciso ha parcheggiato l’auto vicino alla villetta di Boragarelli e nella vettura sono state ritrovate le scarpe che abitualmente utilizzava per andare a funghi ed è un altro elemento anomalo. E poi si cercano tracce di sangue oltre a quella testa che forse l’assassino ha fatto sparire. Segno di un omicidio pianificato e meticolosamente preparato tanto che ad una settimana di distanza è ancora giallo.

Intanto arriveranno anche i cani 'molecolari' da Bologna, addestrati per la ricerca di cadaveri, per cercare la testa di Crocco. L'arrivo delle speciali unità cinofile è stato deciso dopo che la figlia della vittima ha raccontato ai carabinieri, che indagano coordinati dal pm Silvio Franz, di essere stata nel bosco coi cani del padre e che uno di loro a un certo punto ha iniziato a scavare come se stesse cercando qualcosa. Un comportamento anomalo, secondo la donna, che ha così avvisato i militari.

Borgarelli, unico indagato, ha raccontato di avere sentito degli spari quella mattina mentre faceva alcuni lavori nel suo terreno e poi di essere andato a Genova indicando orari e posti dove si è fermato. L'uomo, difeso dall'avvocato Antonio Rubino, ha ammesso di avere avuto dissidi con lo zio per una questione di terreni e che per questo non si rivolgevano la parola.

Decisive saranno anche le immagini delle telecamere della casa di Borgarelli che potrebbero avere ripreso l'arrivo di Crocco. La macchina dell'ex infermiere, che quella mattina era andato a cercare funghi, è stata ritrovata proprio davanti alla casa del nipote. il corpo decapitato di Crocco era stato ritrovato poi nel pomeriggio in un dirupo.