cronaca

Decine di roditori nella zona turistica della città
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Squittiscono che è una meraviglia, i nutriti ratti genovesi. Una specie che non avrà mai bisogno di tutela, perché loro, tra rifiuti e degrado, vivono e proliferano da nababbi. L'ultima segnalazione non arriva da una periferia abbandonata o da un oscuro caruggio dimenticato, ma dal cuore della città turistica, laddove i patrizi costruirono nel Cinquecento le loro sfarzose dimore e proprio a due passi da palazzo Tursi, sede dei Doria di oggi e di allora.  

La festa dei roditori si tiene indisturbata a pochi metri da via Garibaldi, sotto gli occhi ignari dell'amministrazione comunale. Sono le otto di sera e giustamente la famiglia di topolini si riunisce per cena e si concede un po' di svago.

Di che stupirsi? Del resto, solo pochi mesi fa mostravamo la vergogna di salita della Misericordia, lasciata da lustri all'incuria e oggi dimora delle pantegane che tendono agguati a residenti e commercianti appena voltato l'angolo da via San Vincenzo, cuore pulsante dello shopping genovese.

Ancor più recente il caso dei giardini Baltimora, una discarica a cielo aperto che rischia di finire sotto sequestro. E se tutto questo avviene in pieno centro, tra uffici, negozi e attrazioni per i visitatori, che ne sarà dei quartieri popolari? E mentre i topi rosicchiano e banchettano, il tempo passa anche nelle stanze di Tursi: le comunali sono sempre più vicine.