cronaca

Residenti e commercianti esasperati dal degrado
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Chi vive in salita della Misericordia o nei dintorni, ormai, li conosce per filo e per segno. Ha memorizzato le abitudini, i periodi delle nidiate, le generazioni. Sa distinguere i padri dai figli e i figli dai nipoti, e scommettiamo che qualche bambino li chiami per nome. Le mascotte della zona sono loro: i topi. Decine di roditori che da anni banchettano tra i cassonetti e il lerciume di questo angolo dimenticato della città. A due passi da via San Vincenzo, dalle vetrine, dai turisti che scappano inorriditi.

“Questa strada è disagiata dal 1999. Ma il degrado è sempre più serio”. Non ha paura di avvicinarsi Alexander Beecroft, presidente dell’associazione ‘Vivere in città’. Lui, come tanti altri residenti e commercianti, da anni combatte contro l’abbandono di questa creusa antica che un tempo portava in cima alle mura secentesche della città. Pochi metri salendo da via San Vincenzo e si trova questo: una lunga fila di bidoni variegati – raccolta carta, plastica, organico, indifferenziato – con la costante presenza di rifiuti sulla strada. E conseguente colonia di ratti ben pasciuti.

Il dramma di questa via ha origini lontane nel tempo. Erano gli ultimi anni del Novecento quando il Comune provò a vendere i vecchi ruderi tra salita della Misericordia e salita della Tosse. Una parte finì in mano ai privati, mentre il resto rimase a Spim, che ancor oggi possiede un rettangolo di terreno abbandonato. La mulattiera è tagliata in due da oltre 15 anni a causa di un muro pericolante che nessuno ha mai più ripristinato. In corrispondenza degli sbarramenti ci sono altrettanti accessi di servizio al Tennis Club. L’unico spunto per ‘riqualificare’ l’area arrivò dall’idea di costruire un enorme parcheggio a sette piani, osteggiata da gran parte degli abitanti.

“È una situazione ad alto rischio, sappiamo tutti che possono essere causa di malattie anche molto gravi”. Lei è Emanuela Rizzitelli, che queste cose le sa bene perché lavora come biologa all’università. La questione è seria, la gente ha paura dei morsi. “Abbiamo fatto un esposto ai Nas chiedendo di interpellare gli enti preposti: il Comune, la Asl e Amiu. Le risposte sono state poche”. Emanuela, insieme ad Alexander, si è fatta promotrice di una petizione che ha già raccolto centinaia di firme. Lunedì a Palazzo Tursi è stata approvata una mozione con cui il Comune si impegna a bonificare l’area incolta che sovrasta i cassonetti, “già quella è una criticità enorme – conferma la Rizzitelli – ma questo provvedimento non dice nulla di concreto”.

Alla radice del problema c’è più di un fattore. La presenza di boscaglia incolta, come detto, non aiuta. Ma salita della Misericordia è oggi un vicolo cieco, e questo ha indotto a farne un ricettacolo della rumenta di tutta San Vincenzo. Qui c’è il punto di raccolta a servizio di abitanti e commercianti, e nonostante i numerosi cassonetti la spazzatura a fine giornata si trova più fuori che dentro. “È anche colpa della gente. Perché lasciano il sacco fuori? È ovvio che i topi si spingono fin qui a mangiare”, si lamenta la signora Mariangela, che vive da anni all’angolo di salita della Tosse. “Ma io fin su non ci vado, ho paura”, le risponde una commerciante prima di lanciare la sua immondizia fuori dal cassonetto.

Complici o meno, i negozianti subiscono tutti lo stesso degrado. Qualche giorno fa è arrivata la Tari da pagare. E la rabbia cresce. “C’è grande amarezza, si parla di far ripartire la città ma non ci si cura nemmeno delle piccole cose. Questa miopia danneggia il turismo, il commercio, danneggia tutti”, ci dice sconsolato un rappresentante del Tennis Club. “Pensiamo che non occuparsi di certe zone abbandonate, a volte, sia anche una strategia politica. Una buona amministrazione dovrebbe prevedere una saggia e attenta manutenzione, non dirci ‘o così o vi beccate il parcheggio’. Chiediamo di rispettare almeno la nostra dignità”, tuona Beecroft.

Intanto, mentre il sole tramonta e cala la sera, ci allontaniamo dal luogo del banchetto. Col buio e con l’assenza di disturbatori escono anche i veterani, le vere pantegane, quelle che anche i gattacci più navigati osservano con reverenziale timore. Sullo sfondo i negozi, le insegne, la Genova che inneggia all’economia del turismo, mentre porta la peggio periferia nel centro della città.