cronaca

I giovani: "È una città di vecchi, non abbiamo niente da fare"
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Movida. Cioè festa, sballo, rumore, a volte senza freni inbitori. Per molti giovani genovesi è il senso stesso di una serata nei vicoli. E al baccano si aggiungono spesso sporcizia e devastazioni di vario tipo, per la rabbia di chi in centro storico ci vive. Esagerato? Irrispettoso? Lo abbiamo chiesto a loro. 

"È una città di vecchi, devono lasciarci divertire"
, esordiscono in tanti. "Alla fine ci veniamo per questo. Bere una birra, stare insieme agli amici. Invece c'è gente che vuole vivere ancora come una volta, in silenzio. Ma noi giovani non siamo così". Nel nostro tour del sabato sera non siamo incappati in risse. Ma un giovane non ha problemi ad ammetterlo: "Sì, ogni tanto qualcuno si picchia. Anche questo è un modo di esprimersi, no?". 

Ci si chiede allora se questa forma di divertimento sia compatibile con la vita di chi abita in questi caruggi agitati. "Troppo casino? Basta mettere i doppi vetri", dice una ragazza. Un altro giovanissimo si avvicina per dire la sua: "Un malgoverno ha condotto questa città alla rovina. I vicoli sono uno dei pochi luoghi dove ancora girano i soldi e si lavora. Perché opporsi? Il degrado è puramente soggettivo".

C'è anche chi ammette che i problemi ci sono e suggerisce una via di mezzo. "Più che il rumore, il problema è il vomito in giro per strada. E la pipì sui muri. È lo schifo che c'è che non va bene". Ovviamente, bagni pubblici non se ne vedono. "Capiamo che molti residenti sono anziani. Bere va bene, ma non si dovrebbe esagerare".

Una ragazza va oltre: "La colpa è nostra che ci ubriachiamo e ci droghiamo, a volte. Ma anche dei negozianti che vendono alcol a chi è già marcio". Le fa eco un amico: "Una volta ho visto vendere alcol a una minorenne. Lei ha detto: sono sotto effetto di farmaci, non è che mi fa male? Ma certo che ti fa male, sei una pivella!". Un signore ci avvicina e ci segnala che alcuni locali vendono alcolici senza chiedere la carta d'identità. Non vuole essere ripreso. 

Alle due i locali chiudono per effetto della recente ordinanza 'anti movida'. Ma gli effetti della serata si fanno ancora sentire. E così, intorno alle 2.30, ecco che si manifesta l'esasperazione della gente. In via Giustiniani parte un gavettone dalla finestra. "Pezzi di m...", urla un gruppo di giovani che continuano a far chiasso. Uno di loro accetta di parlare: "Ci tirano acqua, ma anche piatti, bicchieri, portaceneri. Oggetti che fanno male. Magari hanno ragione, ma noi siamo solo qui a parlare e berci una birra. È vero che passiamo la notte nei vicoli, ma noi di giorno lavoriamo".

Forse, alla fine, la colpa è di chi lascia che tutti si sfoghino qui, nell'unico fazzoletto di città deputato allo svago, mentre tutto intorno è il nulla. "Se non volete che veniamo qui a bere, allora offriteci di più - è l'appello di un ragazzo - vorremmo più cose da fare, musica, discoteche". Un'amica prende la parola: "In altre città, come Milano, ci sono tanti divertimenti. La gente si ubriaca lo stesso, ma c'è più roba da fare". Non abbiamo scelta, dicono loro. O la baldoria nei vicoli, o la noia. Al prossimo sindaco il compito di rispondere.