cronaca

I sindacati: "Atto di forza, l'azienda deve tornare indietro"
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Momenti di tensione a Vado Ligure fuori dalla centrale Tirreno Power. I lavoratori hanno deciso di riunirsi in presidio davanti allo stabilimento contro l'avvio della procedura di mobilità per 186 lavoratori. Fuori dai cancelli si sono fermati sia gli operai in uscita dal turno di notte sia quelli in entrata, lasciando però l'impianto funzionante. I sindacati, però, denunciano un episodio spiacevole. 

"Il capo centrale è arrivato e ha minacciato di denunciare i lavoratori per mancata produzione. A quel punto sono entrati tutti. Potevano evitarselo, avremmo tolto il presidio dopo poco tempo", dice Tino Amatiello, segretario Filtcem Cgil. "L'azienda deve tornare indietro, ci sono i motivi per tornare al tavolo al Mise. È stato un atto di forza unilaterale e arrogante", aggiunge Giulia Stella, segretaria generale Cgil Savona. 

La chiusura dei gruppi di Vado è stata disposta dal tribunale di Savona l'11 marzo 2015 per il mancato rispetto delle norme ambientali, ciò ha aggravato la crisi finanziaria. Sulla centrale di Vado indaga la procura per un numero di morti sospette e per malattie respiratorie. La mobilità interessa un centinaio di lavoratori proprio della centrale di Vado, dopo anni di cassa integrazione, mentre gli altri riguardano le centrali di Civitavecchia, Napoli e gli uffici di Roma.