L’utilizzo delle strutture più ampie per un’accoglienza di prima necessità, propedeutica all’identificazione, allo smistamento o al rimpatrio. E un’accoglienza distribuita in modo equo e intelligente sul territorio, evitando grandi concentrazioni, e gestita da soggetti non profit affidabili e controllati. Questi i due punti cardine del modello proposto da Anci Liguria per gestire le presenze di migranti, ribadito oggi in occasione della riunione del Tavolo di coordinamento regionale sull’immigrazione.
"Da parte nostra continueremo ad impegnarci per salvaguardare l’autonomia dei Sindaci e difendere le comunità locali da quella che potrebbe apparire come un’invasione, ma che così non è, come ci confermano i numeri - ha detto Pierluigi Vinai, Direttore Generale di ANCI Liguria - Continueremo a lavorare inoltre in stretta sinergia con la Regione Liguria e con l’Assessore Sonia Viale sui temi dei minori non accompagnati e contro la tratta degli esseri umani."
"Ci impegneremo - continua Vinai - per sensibilizzare ulteriormente le realtà locali rispetto all’accoglienza di piccoli numeri, che risolvono evitando un insostenibile sovraccarico strutturale. Infine, non posso non citare il caso di Ventimiglia, vera e propria assurdità internazionale, di cui fanno le spese soprattutto il Sindaco Ioculano e i cittadini, a cui va tutta la nostra solidarietà”.
“Riteniamo fondamentale ampliare la rete del Sistema di Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati, l’unica soluzione che può garantire il controllo diretto da parte dei Sindaci e degli amministratori locali dei progetti di accoglienza che incidono sulle loro comunità, di concerto con la Prefettura e in collaborazione con associazioni del terzo settore di comprovata serietà - ha spiegato Paolo Pezzana, responsabile Immigrazione di ANCI Liguria – A fine estate il Ministero dell’Interno dovrebbe emanare un nuovo decreto che riorganizza lo Sprar semplificandolo e prevedendo importanti incentivi ai Comuni che accolgono, da deroghe al blocco del turnover del personale a veri e propri contributi finanziari per ciascun beneficiario accolto. L’auspicio è che i Comuni rispondano positivamente e propongano insieme progetti di accoglienza, strutturati sulla base di ambiti territoriali sociali, per utilizzare al meglio gli incentivi previsti”.
Oggi in Liguria sono 12 i Comuni che aderiscono allo Sprar attraverso 6 progetti e ospitano circa 400 profughi. 4000 i profughi accolti in centri di accoglienza straordinaria. “Il nostro sforzo va nella direzione della maggiore integrazione possibile dei migranti, attraverso percorsi di accompagnamento, orientamento, formazione, lavoro – ha concluso Emanuela Fracassi, responsabile della commissione Welfare di ANCI Liguria. – Solo così possiamo limitare l’impatto e le reazioni di negatività delle nostre comunità locali”.
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Migranti, Anci Liguria: "Accoglienza deve essere più omogenea, terremo conto dei flussi turistici"
A fine estate un nuovo decreto riorganizza lo Sprar
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