cronaca

A Sampierdarena è sorto un luogo di culto 'sospetto'
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Dietro l’arresto del giovane siriano le indagini della polizia stanno facendo emergere due anime dell’islam a Genova. Una moderata, l’altra radicale che non significa di stampo terroristico, ma che non vuole legami con l’occidente e che anzi quasi si contrappone.

Ed ecco perché a metà del 2015 a Genova tra i vari centri di culto islamico ne spunta uno nuovo in via Castelli, traversa tra via Buranello e via Cantore a Sampierdarena. Laddove c’era una palestra si insedia un luogo di preghiera grazie alla volontà di due Imam che predicano già in città nel centro di piazza Durazzo diretto dall’albanese Bledar Brestha e in vico Amandorla dove l’Imam è il marocchino Mohammed Naji.

Il nuovo centro si chiama As Sunna viene diretto da un tunisino di 23 anni cresciuto a Genova e secondo la polizia viene frequentato da soggetti arabi pericolosi. Per entrare nella sala di via Castelli serve addirittura una parola d’ordine, una vedetta presidia la zona per evitare presenze sgradite. Viene realizzato anche un impianto internet schermato. A marzo una pattuglia della polizia che sta raccogliendo informazioni viene aggredita. Ora un primo epilogo con le perquisizioni.

All’interno del centro di culto sequestrati strumenti informatici e anche materiale contro il terrorismo distribuito tra i fedeli. Ci sono però da chiarire legami e vicinanze anche con il siriano che voleva partire da Varese per la Siria e combattere con Al Nusra.

E poi un interrogativo: perché gli Imam indagati per connettersi ad internet usavano frequentemente gli internet point anziché i propri tablet e smartphone ora sotto sequestro?