politica

Più genuino, più aperto, più politicamente definito
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Nella sfida tutta estiva per la conquista del centrodestra post-Berlusconi, tra Parisi e Toti tengo per Toti. Mi sembra più genuino, più aperto, più politicamente definito e definibile. Toti ha scelto che il suo centro destra sia centro destra vero, quindi a braccetto con alleati che oggi si chiamano leghisti (magari con una preferenza per il moderato Maroni) e Fratelli d'Italia. Parisi che certamente ha un curriculum di tutto rispetto mi sembra più "Doroteo" per utilizzare un magnifico aggettivo di qualche secolo fa.

Toti poi ha vinto. Ha battuto un governatore potente come Claudio Burlando e la di lui erede, in una regione complicata, certamente delusa dopo dieci anni potere della sinistra e gli ultimi cinque di questi pessimi, ma con radici di vera sinistra. Parisi ha perso, anche se di poco, di fronte a un avversario forte, ma simile. Tra Parisi e Saba non è' che ci fossero enormi differenze. Uno valeva l'altro.

Tra Toti e Raffaella Paita invece c'era una diversa concezione della amministrazione, del rapporto con i territori e con i privati. Toti alleato con la destra locale identificata nel ragionevole Rixi ha saputo convincere molti indecisi, molti che non votavano più. Con un modello di Liguria apparentemente più liberale. Apparentemente perché le promesse del nuovo presidente sono tutte da verificare.

A cominciare dalla sanità. Bene la scelta di Bottaro per la enorme Asl3: medico serio, collaudato, lunga esperienza nel pubblico, senza tessere di appartenenza, scuola di Luciano Grasso. Molto bene Ucci, oncologo lombardo, nell'Impero sfilacciato di SanMartino-Ist dopo la lunga e deludente gestione di Barabino, creatura burlandian-scajoliana. Avrà da affrontare la titanica impresa di far rinascere il grande ospedale, liberarlo da eccessivi domini universitari, spoliticizzarlo, ridare fiducia a medici e infermieri.

Dunque in questo caso Toti ha dimostrato di agire teoricamente bene.

Meno convincente l'invenzione della super struttura Alisa. Vedremo se non diventerà un centro di potere di partito e basta. Parisi non ha potuto provare niente, a parte la fiducia che gli si deve accordare per il suo passato manageriale. E poi l'idea del grande inciucio con i renziani mi preoccupa. La replica di un novello partito-azienda con un nome differente da Forza Italia mi allarma ancora di più. Siamo appena usciti da questo disastro e replicarlo sarebbe un guaio.

Meglio essere chiari. Centro destra da una parte, dove Toti o altro fa il centro e la Lega la destra (preferibilmente lascando madame Le Pen a Parigi) e centro sinistra dall'altra con Renzi che fa il centro e altri la sinistra.
Il giochetto dell'estate si consumerà ai primi di settembre. Ma intanto per chi riesce a divertirsi di quisquilie politiche si può animare. Così restano in letargo si e no a un referendum che non vuole più nessuno e a un Italicum che cambierà con i primi freddi autunnali.