porti e logistica

Commissario Pettorino e Comitato in decadenza, eppure...
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A ogni latitudine e in ogni epoca, il tratto comune dei Grandi Servitori pubblici è essenzialmente uno: non prendono decisioni per favorire se stessi né persone o gruppi di persone (oggi si dice lobby) che gli siano vicini o facciano pressioni per qualsivoglia ragione e/o interesse.

Ecco, l'ammiraglio Giovanni Pettorino, comandante della Capitaneria di Porto di Genova e commissario dell'Autorità portuale genovese, ha un doppio ruolo che in un caso lo qualifica come servitore dello Stato per definizione e, nell'altro, lo assimila ai possibili Grandi Servitori pubblici che hanno scritto anche piccole storie, ma importanti, per il loro Paese.

Per svolgere al meglio il suo compito gli basterà, si fa per dire, decidere di non decidere. Dovrà evitare, cioè, di emulare la peggiore politica, che fa scelte strategiche e distribuisce nomine e poltrone negli ultimi giorni di gestione, con l'evidente intento di assecondare interessi, difendere posizioni di potere, creare consenso da utilizzare alla bisogna. Nel gergo politichese sono le cosiddette "ultime raffiche di Salò".

In questa vicenda, tutto ruota intorno al calendario dello schema di decreto legislativo sulle Autorità portuali (meglio, Autorità di Sistema Logistico), parte cruciale della più ampia riforma della portualita' italiana.

Dunque: domani le Commissioni Bilancio di Camera e Senato dovrebbero approvare il testo definitivo redatto dal Ministero dei Trasporti, verificando che non ci siano aumenti di costi per lo Stato (anzi, sono previsti dei risparmi), dopo aver già ottenuto i necessari pareri della Conferenza Stato-Regioni, del Consiglio di Stato e delle Commissioni Trasporti di Montecitorio e Palazzo Madama.

Il prossimo 22 luglio il Consiglio dei Ministri sarà chiamato a varare il provvedimento, la cui pubblicazione avverrà entro quindici giorni, quindi prevedibilmente intorno al 5 agosto. A quel punto, decadranno sia presidenti e commissari attuali delle Autorità portuali, sia i Comitati portuali, destinati a essere sostituiti per fine settembre dai nuovi organismi di gestione delle AdSL.

Se questo è lo schema e questi sono i tempi stabiliti, è pensabile che a fine luglio, cioè in piena procedura di rinnovamento normativo, il commissario Pettorino e il Comitato portuale di Genova aprano il fascicolo della proroga delle concessioni demaniali come fortemente richiesto almeno da alcuni degli attuali diretti interessati? Il buon senso e l'opportunità di lasciare alla nuova governance il compito di disegnare il futuro dello scalo genovese dicono che non è pensabile. Non lo sarebbe, in un Paese minimamente normale.

Invece è quanto potrebbe accadere, se Pettorino non farà valere il proprio ruolo di disinteressato Grande Servitore pubblico. Il disegno, infatti, è fin troppo scoperto: il Comitato portuale, che esprime, secondo autorevoli pareri - non ultimo quello del Consiglio di Stato - una massa di conflitti di interesse, punterà a seguire il criterio della proroga delle concessioni, anche per decine di anni, proprio per sfuggire alla nuova legge, in base alla quale, invece, le concessioni vanno messe a gara.

Basterà soltanto avviare la procedura che a giorni verrà cancellata per innescare, prevedibilmente, una raffica di complicati contenziosi legali,
arrivando sostenere che i titolari di concessione demaniale in porto hanno diritto alle vecchie regole (di comodo) proprio perché l'esame delle pratiche è cominciato prima dell'arrivo della nuova legge.

Sarebbe, appunto, una "ultima raffica di Salò". Una brutta pagina, l'ennesima, di storia italica. Per evitarla, come si diceva, decidere di non decidere sarebbe la... decisione giusta. Moralmente, operativamente, tecnicamente, politicamente. Poi, certo, ognuno può anche scegliere di spendere al peggio il proprio nome e la propria faccia.