cronaca

Ogni anno perdono vita 9 bimbi sotto 4 anni e circa 100 giovani
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Oltre 2.500 persone in un decennio sono morte in Italia per annegamento. E ogni anno, in particolare, a perdere la vita sono 9 bimbi sotto i 4 anni e circa 100 giovani, soprattutto se maschi e in condizioni economiche meno agiate. A fare il punto è l'Istituto Superiore di Sanità (Iss) che mira, nel triennio 2016-2018, a dimezzare la mortalità per annegamento in Italia e azzerare, in particolare, quella dei bambini.

Dal 2003 al 2012, spiega il rapporto "Incidenti in acque di balneazione: verso una strategia integrata di prevenzione degli annegamenti", nelle acque di mari fiumi e laghi sono morte 2.530 persone, di cui 432 in Lombardia, 344 in Veneto, 201 in Emilia Romagna, 196 in Piemonte, 189 in Sicilia. Incidenti che si verificano soprattutto in spiagge con molta pendenza dei fondali, ma anche laddove scarseggia sorveglianza e segnaletica dei pericoli. Non mancano comportamenti a rischio, come il consumo di alcol prima della balneazione o fare il bagno dopo mangiato.

Ma attenzione anche ai cellulari, che possono distrarre l'adulto chiamato a sorvegliare i più piccoli. "Mai distogliere gli occhi se i bimbi sono in acqua, anche se a riva, e recintare piscine o tenerle coperte se non utilizzate", spiega all'ANSA Riccardo Lubrano, presidente della Società Italiana di Medicina Emergenza Urgenza Pediatrica (Simeup). Per quanto riguarda il salvataggio, "appena la vittima è a terra iniziare un massaggio cardiaco e una ventilazione in attesa dei soccorsi. Ma la cosa più importante è che i bambini abbiamo confidenza con l'acqua. Via libera corsi di acquaticità già dai 3 anni".