economia

Odissea del correntista fra macchinetta e procedure interne
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Al bancomat di Unicredit, agenzia di Ormea, in provincia di Cuneo e però meta vacanziera di tanti liguri, fra Ventimiglia e Genova. Ore 8,40 circa: faccio un prelievo di 200 euro. Tutto fila liscio, mi viene restituita la tessera, ma... Niente soldi, all'improvviso la macchinetta parla di "operazione annullata".

Per puro scrupolo entro in banca e segnalo la cosa a una sportellista. La quale verifica se sul mio conto corrente risultasse un prelievo di 200 euro. Risulta! In pratica, il bancomat non mi ha dato i soldi, ma ha registrato che li ho presi!

Mi dico, ora me li danno loro e intanto controllano la macchinetta. Invece no. Sapete come funziona? Alla chiusura meridiana aprono il bancomat e il personale di agenzia fa il conteggio del denaro, poi ti telefonano, vai, metti due firme di manleva e i tuoi soldi, che non hai avuto anche se la macchinetta ha detto il contrario, ti vengono accreditati sul conto.

Ovviamente mi infurio, cerco di far valere le mie ragioni, spiegando - animatamente, lo confesso e lo confermo - di essere cliente da circa 40 anni. Quando arriva il direttore, Patrizia Aldovardi, provo a convincerla che se fossi io mi prenderei la responsabilità di dare a un cliente di lungo corso i 200 euro che il bancomat non ha erogato. Peraltro, oltre ad avere in mano tutto il denaro di cui dispongo, hanno anche tutti i miei recapiti, telefonici e di residenza. Se volessi fregargli 200 euro saprebbero benissimo dove venirmi a prendere per un orecchio.

Niente da fare
. "È la procedura - ripete il direttore - non si può fare diversamente". Io la incalzo, mi arrabbio di brutto e a quel punto le dico che faccio il giornalista e sono pronto a "sputtanare" un simile modo di agire. "Io non posso proprio fare diversamente" insiste la dottoressa Aldovardi. Io ribatto che parliamo di 200 euro, non di 2.000, 20.000 o 200.000 e che diventa una questione di principio. Fossi io il direttore la responsabilità me la prenderei, data l'esiguità della cifra e la comprovata solvibilità della persona, facilmente verificabile presso l'agenzia di Imperia, dove ho il conto.

Niente da fare. E neppure fanno una verifica immediata, così mi viene detto, sul malfunzionamento della macchinetta. Se ne parla alla chiusura meridiana. E se ricapita la stessa cosa? Beh, c'è la procedura, ovvio. Intanto, un'altra persona, dopo di me, ha prelevato regolarmente alla macchinetta. Ma mi domando: e se i miei soldi il bancomat li da' a un terzo? Giro il quesito e la risposta è assoluta: "Questo non può accadere!".

Sarà, ma ormai non mi fido e allora vado dai carabinieri, alla stazione di Ormea. Qui spiego l'accaduto e mi identificano. Lo faccio per provare a dimostrare che quei 200 euro il bancomat non me li ha dati anche se li ha registrati, perché temo che il conteggio possa riservarmi la beffa più atroce. Ora posso solo aspettare. Ah, nel frattempo ho prelevato 200 euro direttamente in agenzia: in questo momento figura che ne ho presi 400 dal mio conto, anche se non è vero. E poi dicono che gli italiani sono i...zzati neri con le banche!