Quasi tutte le banche, in particolare il Banco Popolare, Carige e il Credito Valtellinese, più Telcom. Così la Borsa di Milano, in una giornata caratterizzata da ribassi in tutta Europa, conquista la poco invidiabile maglia nera, cedendo il 2,26%.Come detto, anche Banca Carige ha fatto la sua parte in negativo. Ci si attendeva un rimbalzo, dopo due sedute all'insegna del segno meno, ma l'opportunità ha arriso soltanto al Monte Paschi Siena, che in mattinata è addirittura cresciuto del 14 per cento, prima di ingranare la retromarcia e attestarsi su un finale positivo superiore al 6 per cento.
Tutt'altra storia, invece, per Carige, la cui caduta libera sembra inarrestabile. Il titolo dell'istituto ligure ha ceduto un altro 7,4 per cento e di conseguenza ha aggiornato il minimo storico, a quota 0,288 euro. Uno scenario inimmaginabile per le dimensioni che sta assumendo. Lo scorso 4 gennaio il titolo valeva 1,245 euro, ma nel volgere di appena sei mesi ha bruciato il 75 per cento della sua quotazione. Addirittura, il 41 per cento nell'ultimo mese, mentre a livello annuale il cedimento raggiunge l'82 per cento.
Le criticità rimangono quelle di sempre, un piano industriale giudicato troppo ambizioso, al limite del velleitario nella parte che riguarda l'incremento dei margini, è il peso dell'incertezza riguardante i crediti deteriorati, che ammontano a 3,9 miliardi, dei quali 1,8 la banca ha intenzione di disfarsi entro il 2017.
Ma quella che ormai si ripete quotidianamente sembra una litania, né basta più a giustificare quanto sta accadendo la spinta negativa della speculazione. Che il titolo sia sotto attacco non c'è dubbio, ma a questo punto sembra davvero necessario che il nuovo consiglio della banca, guidato da Giuseppe Tesauro e Guido Bastianini, compia uno sforzo ulteriore di pianificazione strategica per arginare la caduta.
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