politica

Troppe differenze per aspettare, domenica notte, di vederci più chiaro
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Aspettano, rinviano, si contorcono nell'attesa, individuano traguardi di tappa da varcare prima di decidere chi candidare, come allearsi, quali programmi impostare nella “madre di tutte le battaglie”, quella che deciderà il destino di Tursi, dopo sedici anni ininterrotti di governo della sinistra e dei suoi alleati.

Oggi l'attesa si concentra sul risultato di Savona
, la città dai genovesi, “interrata” nel suo porto nel 1528 e che considera da sempre i “zeneisi” avversari e la Superba assolutamente “matrigna”.
Si aspetta il verdetto savonese di lunedì prossimo come un segnale di fumo decisivo per decidere come giocarsi la partita . Eppure che ci azzecca Genova con Savona elettoralmente oggi? Sotto la Torretta avevano un sindaco, il prode Federico Berruti, renziano della prima ora, poi un po' convertito (o abbandonato?), giunto alla scadenza del secondo mandato, quindi non più giocabile.

Qui sotto la Lanterna abbiamo un sindaco, il Doria, che dopo cinque anni continua a menare il can per l'aia sul suo eventuale bis di candidatura.

L'ultima menata sulla Gronda, che ora è di nuovo non più opera cruciale, come ai tempi della sua eclatante vittoria di quattro anni fa e prima dei cambiamenti di rotta, è l'ultimo paso doble del sindaco. Lo ha ballato dopo le piroette della imprevedibile mediazione per far passare il bilancio comunale, che ci hanno svelato un sindaco “pattista”.

A Savona abbiamo una candidata Pd uscita da Primarie di partito che sembra stampata sull'asse Burlando-Paita della fu catastrofe di un anno fa alle Regionali
.
A Genova il Pd solo oggi tira fuori il capino dalle sue paturnie post sconfitta e dall'intorcigliato rapporto con Doria, annunciando che finalmente porrà, prima dell'estate udite udite, il problema della eventuale ricandidatura del sindaco uscente.  Roba da farsela sotto dalla paura......

A Savona il centro destra, modello Toti, cioè tutto unito, ha sfoderato la ex miss Caprioglio come candidata, mentre a Genova la ricerca del contendente sembra quella dell'araba fenice, anche se Toti sostiene che ci pensa lui, anche all'ultimo mese. Auguri, perchè qua siamo ancora ubriachi per i tentativi precedenti della Comunali 2012, quando ci propinarono prima Vinacci, poi Vinai..... Gli sponsor erano Grillo e Scajola. …..Amen
A Savona i pentastellati di Grillo portano il cancelliere Diaspro, che magari è un po' datato nelle origini del Movimento, ma sembra volare nei sondaggi. A Genova anche i 5 Stelle fanno ammuina, aspettando il candidato, che potrebbe ottenere con Roma un risultato clamoroso tra un anno nella ex roccaforte rossa.
A Savona la sinistra-sinistra radicale e i fronti  antagonisti e ambientalisti hanno i loro candidati, anche troppi, mentre a Genova il sottofondo spinge un tentativo di embrassons nous perchè “solo tutti insieme si vince” _ sostengono i vecchi guru della politica di sinistra. Troppo forte ancora la scottatura di un anno fa, con Cofferati e Pastorino in uscita clamorosa.

Insomma osservare Savona da Genova per vaticinare il futuro potrebbe far sbagliare la prospettiva.

E poi lì siamo sommersi da quella incombente montagna di bitume, che vogliono rovesciare nel vecchio porto, qui siamo attorcigliati nella Gronda e slittiamo sul Blue Print. Troppe differenze per aspettare, domenica notte, di vederci più chiaro.