Il concerto del 2 Giugno in piazza De Ferrari non è a rischio: questa è al momento l'unica certezza della querelle tra Regione Liguria e Comune di Genova rispetto all'iniziativa lanciata dal governatore Toti #Lamialiguria, che prevede tre mesi di proiezioni ed eventi sui teli che coprono la facciata del palazzo della Regione in ristrutturazione.
Il Comune si è opposto all'iniziativa trovando due ragioni principali: anzitutto, non piace l'idea di spegnere la fontana per tutta l'estate. "Non la si può chiudere tutte le sere per tre mesi, è un simbolo della città", ripete l'assessore Crivello, che ha fatto un sopralluogo in piazza De Ferrari durante le verifiche tecniche. E intanto indica i turisti che nonostante la pioggia scattano foto e selfie con i getti d'acqua sullo sfondo.
Palazzo Tursi ci mette di mezzo anche il codice della strada. Continua Crivello: "L'articolo 23 vieta l'installazione di fonti luminose e visive che possano distrarre gli automobilisti non è derogabile. L'unica cosa che si può fare è chiudere la strada e questo ha un costo perché implica la presenza della polizia municipale per deviare il traffico".
I costi, in realtà, potrebbe vederseli addebitati il Comune da parte della Regione. Perché l'ente governato da Toti, per coprire i costi stimati in 150 mila euro, sta già contattando grandi sponsor. Le aziende, chiaramente, sperano di vedere i loro marchi sulla facciata-cantiere per tre mesi. Ma la Regione, viste le resistenze del Comune, potrebbe a quel punto decidere di lasciar perdere riversando su Tursi la responsabilità del progetto abortito.
Anche per questo la Giunta preferisce la diplomazia al braccio di ferro: "Non vi è nessun atteggiamento punitivo perché la promozione della città sta a cuore anche al Comune, basti vedere il successo di queste giornate dei Rolli. Sediamoci intorno a un tavolo per trovare una soluzione che rappresenti un punto di equilibrio senza strumentalizzazioni che additino Tursi come nemico del progresso", riferisce Crivello.
Il presidente Toti fa sapere che non si impunterà e che è disponibile al confronto, ma poi su Facebook si sfoga: "Chiunque voglia trovare nelle elefantiache norme che regolano la burocrazia nel nostro paese un cavillo per bloccare qualsiasi iniziativa, ha certamente un compito facile. Eppure devo ammettere che a Genova c'è chi eccelle in questa arte, elevando l'immobilismo a stella polare della propria attività".
Poi il governatore risponde alle rimostranze di Palazzo Tursi: "Mi permetto di considerare risibile l'impedimento derivante dall'impossibilità di spegnere una fontana tre ore per consentire al pubblico di ascoltare la musica e le parole provenienti dai filmati. Per quanto concerne la distrazione degli automobilisti derivante dalle immagini, in oltre 20 anni di professione giornalistica non rammento di aver dovuto dare conto di ecatombi provocate dai maxischermo di Time Square, simbolo di New York, dai giochi di luce sulla torre Eiffel o più banalmente dai grandi cartelloni pubblicitari luminosi che animano Piazza Duomo o Piazzale Loreto a Milano".
Infine, una nota di sarcasmo: "Detto ciò, ognuno si assumerà le proprie responsabilità, augurandomi, visto l'andazzo, che qualcuno non stia pensando anche di decretare il coprifuoco nel centro di Genova intorno all'imbrunire. Ci sarà certamente spulciando nei polverosi codici della nostra amministrazione, una norma che lo consente e addirittura lo auspica".
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Maxi schermo a De Ferrari, il Comune si impunta ma rischia di dover pagare i danni a Toti
Crivello difende la fontana e il codice della strada, Toti si gioca gli sponsor
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