Trovato il colpevole dell'incendio divampato sabato scorso sul monte Moro, nel Levante cittadino. È un ingegnere genovese che ha acceso piccoli petardi davanti ai figli, finendo per dar fuoco alle sterpaglie di una radura. Denunciato dalla forestale per incendio boschivo colposo. Il magistrato titolare dell'indagine potrebbe però archiviare il procedimento visto che a lanciare l'allarme per il rogo è stato lui stesso, che, insieme alla moglie e un altra persona presente sul posto, ha anche cercato di spegnere il rogo. L'incendio è divampato sabato scorso e nonostante l'intervento della forestale e dei volontari ha distrutto oltre un ettaro di ara boschiva.
La famiglia dell'ingegnere, che ha 40 anni, dopo avere consumato un picnic aveva deciso di recarsi in un vecchio bunker della zona per esplodere alcuni petardi acquistati dai figli, tre minori, e un loro amichetto. Tutto è filato liscio sino a quando l'uomo, impaurito alla vista della miccia accesa, ha gettato il petardo (un "miniccicciolo"), troppo lontano, non sull'asfalto del bunker ma nella radura. Una scintilla ha innescato il rogo.
La moglie ha subito telefonato al 115 dei pompieri e gli altri due hanno provato a spegnere l'incendio. Ma è stato tutto inutile: le fiamme, complici gli arbusti secchi e il vento forte, sono divampate in pochi minuti e hanno bruciato un ettaro e duecento metri di radura. Per l'ingegnere, nonostante l'ammissione delle sue colpe, inevitabile è scattata la denuncia.
La guardia forestale ha avviato indagini per scoprire il negoziante che ha venduto ai tre figli minori della coppia i mini petardi: "artifici pirotecnici per bambini", si legge sulla confezione, ma che possono essere venduti solo ai maggiorenni.
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